Ai colleghi di oggi e di domani
Siamo arrivati alla terza edizione del nostro Manuale del Dirigente scolastico: un
Manuale pensato e scritto non solo per la preparazione al concorso ma, soprattutto,
per l’esercizio della professione, per chi il concorso lo supera e passa poi alla guida
dell’istituzione scolastica.
Sono passati quattro anni da quando uscimmo con la prima edizione, nata dall’in-
contro tra un editore vivace e colto ed un gruppo di presidi legati tra loro nell’Asso-
ciazione Professionale Di.S.A.L. (Dirigenti Scuole Autonome e Libere).
Quattro anni in cui la scuola è profondamente mutata, all’interno di un Paese
provato da una crisi che pare senza fine e che ha visto un susseguirsi impressionante
di provvedimenti parlamentari e governativi che hanno modificato i rapporti fra
cittadini e pubbliche amministrazioni, scuola compresa.
Abbiamo seguito e documentato l’intero flusso delle innovazioni.
Molti insegnanti si sentono pronti per una svolta decisa nel proprio impegno nel
lavoro.
È un passaggio che cambia non solo la professione ma anche la vita: la comples-
sità delle scuole, la complessità del ruolo, la responsabilità dei risultati coinvolgono
nel profondo chi è chiamato a tenere la direzione giusta per arrivare alla meta.
Il traguardo del nostro impegno è il successo formativo dei giovani che affollano
le nostre scuole, giovani che vivono la gioia e la fatica di crescere nel rapporto con
i loro genitori, con i loro insegnanti, nelle tante relazioni che tessono ogni giorno
costruendo nell’oggi la qualità del loro domani.
Garantire questa meta è il compito del dirigente all’interno della comunità degli
insegnanti, degli studenti e dei genitori, fonte continua di confronti, di riflessioni,
di indicazioni.
Ma è pur vero che il dirigente è solo.
L’insegnante che “passa dall’altra parte della barricata” si rende conto da subito
che “toccano” a lui le ragioni dell’istituzione; si accorge che diventa datore di lavo-
ro, controparte nelle relazioni sindacali, garante di diritti sostanziali degli utenti e
di prestazioni lavorative qualificate a loro favore; a volte assume la responsabilità di
scelte difficili.
Non basta sentirsi pronti e motivati.
Il dirigente è anzitutto il “capo del personale”, il
leader
della comunità di donne e
uomini che lavorano con lui. Sbagliare la relazione con loro significa fallire.
Come l’insegnante bravo è quello che alla competenza disciplinare unisce la ca-
pacità educativa, così il bravo dirigente è quello che lega dentro di sé mature capacità
relazionali a forti competenze giuridiche e amministrative, nella lucida consapevo-
lezza degli obiettivi di sistema e d’istituto.