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Capitolo Secondo
Che cos’è lo stile?
Non scrivo mai alla svelta, cioè di getto. Sono uno scrittore
lento, uno scrittore cauto. Sono anche uno scrittore incon-
tentabile. Non assomiglio davvero a quelli che si compiac-
ciono sempre del loro prodotto, manco urinassero ambrosia.
In più ho molte manie. Tengo alla metrica, al ritmo della
frase, alla cadenza della pagina, al suono delle parole. E
guai alle assonanze, alle rime, alle ripetizioni non volute.
La forma mi preme quanto la sostanza.
[O. Fallaci,
La rabbia e l’orgoglio
]
2.1
Che cos’è lo stile?
Lo stile, nell’accezione comune, è il modo in cui ci si esprime.
Questa definizione non riguarda solo il linguaggio, ma anche
sistemi simbolici diversi. Molte azioni quotidiane, dalla scelta
di un’auto al modo di stare a tavola, rivelano uno stile preciso
e svelano le intenzioni, consapevoli o non, del processo comu-
nicativo.
Nella lingua scritta chiedersi perché si scrive, a chi si scrive, quali
tipi di scrittura sono realizzati da quali gruppi di persone e con
quali scopi può aiutare a comprendere l’esistenza dei molteplici
usi diversi della scrittura. La varietà dei contenuti, infatti, implica
la varietà dei produttori, dei contesti, degli obiettivi e dei desti-
natari e, di conseguenza, la varietà delle forme scritte. Nell’uso
concreto della lingua scritta (ma il discorso vale anche per quella
parlata) tutte queste forme di varietà
di fatto interagiscono tra
loro. Dal loro intreccio dipende la complessità nel gestire la lin-
gua e i suoi usi, produttivi e ricettivi.