Previous Page  21 / 28 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 21 / 28 Next Page
Page Background

Traccia

1

5

di governo di un’impresa dipendono sia dalla composizione della compagine

proprietaria sia dal livello di stabilità della compagine. Dalla combinazione di

questi due elementi è possibile, in estrema sintesi, distinguere i due principali

modelli di governance delle imprese, ossia l’impresa padronale e l’impresa ma-

nageriale, quest’ultima a sua volta può assumere le due configurazioni di pu-

blic company e impresa consociativa.

Tali tipologie si sono diffuse, radicandosi, in diversi Paesi, al punto che, dal

nome del Paese di diffusione, ne assumono la denominazione equivalente al-

ternativa. Si parla, infatti, di: modello di corporate governance di stile italiano,

per riferirsi all’impresa padronale; modello di corporate governance di stile

anglosassone, per riferirsi alla public company; modello di corporate gover-

nance di stile renano o nipponico, per riferirsi all’impresa consociativa.

L’impresa padronale è un modello a proprietà chiusa, che appartiene a un ri-

stretto numero di individui, spesso legati da rapporti familiari, se non a un

unico individuo che assume la veste di soggetto economico aziendale. Il pro-

prietario esercita il potere di governo dell’impresa, assumendone sovente le

decisioni operative. Tale impresa, che può essere di piccole, medie e grandi

dimensioni, presenta un’elevata stabilità, in quanto chi la possiede la mantiene

nel lungo periodo senza volontà di cessione della stessa.

La public company è un modello a proprietà diffusa, il cui capitale sociale è

suddiviso in un numero elevato di azioni quotate su mercati regolamentati; è

nota, infatti, come società ad azionariato diffuso. Il modello ha, quindi, una

struttura polverizzata con un numero elevato di piccoli azionisti e di investitori

istituzionali. In tale modello, il soggetto economico è rappresentato dal mana-

gement. Elemento caratteristico di una public company, che solitamente è di

grandi dimensioni, è l’assetto proprietario, che è aperto e non sottoposto a

vincoli legali. In tale modello, si realizza una vera e propria scissione tra pro-

prietà e governo, in quanto i proprietari, a causa del loro elevato numero, non

gestiscono l’impresa, che è dunque un’impresa manageriale, gestita da profes-

sionisti.

L’impresa consociativa è un modello a proprietà ristretta che ha trovato parti-

colare diffusione in Germania e in Giappone. Tale modello, che solitamente è

di grandi dimensioni, si fonda su una configurazione di azionariato intermedia

rispetto ai due precedenti. In esso: nessun azionista detiene una posizione di

maggioranza assoluta; un ristretto numero di azionisti (banche e investitori fi-

nanziari), denominati nocciolo duro, insieme detengono una quota rilevante

del capitale nel lungo periodo e gestiscono l’azienda; un elevato numero di

piccoli azionisti, denominati parco buoi, sono interessati, pressoché esclusiva-

mente, all’investimento patrimoniale; soggetti portatori di interessi forti verso

l’impresa, come, ad esempio, la famiglia in origine proprietaria oppure clienti

o fornitori importanti, detiene una quota di azioni. In tale modello, il soggetto

economico è rappresentato dagli azionisti e dai portatori di interessi.