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edises
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VIII
Premessa alla seconda edizione
colosamente segnalate ai docenti). Dobbiamo quindi prenderci cura dell’insegnamento
della biologia fin dai primissimi anni del percorso di formazione dei nostri cuccioli di
Homo sapiens
.
Ma non è questa l’unica novità di rilievo del libro. Raramente in letteratura si trova una
consapevolezza epistemologica come quella mostrata nelle pagine che seguono: l’unicità
metodologica della biologia, la sua mancanza di “leggi universali”, il suo ricorso a
pattern
,
a regolarità e a schemi esplicativi, la delicatezza nel maneggiare una materia impregnata
di storicità – che richiede quindi l’indagine indiziaria di cause prossime e cause remote –
l’attenzione al linguaggio (che cos’è, davvero, una specie? che cos’è un gene? che cos’è il
paesaggio?) sono tutti temi qui delineati in modo esemplare in chiave di didattica. Questo è
un libro di educazione ambientale scritto da uno dei nostri migliori esperti di ecologia e di
biodiversità, ma è anche un libro di filosofia dell’ecologia, inquadrato nel percorso pedago-
gico più aggiornato a livello internazionale, che conduce dall’evoluzione alla biodiversità,
e da questa al clima e alle sfide ambientali.
L’impostazione interdisciplinare, in tal modo, smette di essere una giustapposizione po-
sticcia di linguaggi e diventa un’esigenza intrinseca dell’insegnamento e dell’apprendi-
mento di una materia multiforme che abbraccia necessariamente la biologia evoluzioni-
stica, la conservazione, la biogeografia, l’ecologia, la scienza del clima. Qui apprezziamo
come la biologia evoluzionistica sia una scienza ecologica e come l’ecologia sia una scienza
evoluzionistica. Capiamo che la scienza non va insegnata solo per i suoi pur fondamentali
prodotti (teorie, concetti, principi, innovazioni), ma anche e soprattutto per i suoi proces-
si, cioè le affascinanti dinamiche della scoperta. Sullo sfondo di questa impresa educativa
ancora tutta da esplorare, non si può che concordare sulla denuncia del pregiudizio re-
trogrado, ancora presente purtroppo nella comunità scientifica, secondo cui la comuni-
cazione e la didattica delle scienze sarebbero attività marginali, buone per scienziati sulla
via della pensione. Per fortuna si affacciano nuove generazioni di ricercatori italiani di
grande talento che amano anche comunicare e confrontarsi, e per fortuna le istituzioni
internazionali sollecitano sempre più il rafforzamento dei legami fra ricerca avanzata,
comunicazione della scienza e didattica interattiva e partecipativa, di cui troviamo molti
esempi concreti nel libro.
Con grande chiarezza e con rigore argomentativo, Emilio Padoa-Schioppa ci regala pure
un catalogo implicito di eccellenze italiane: laboratori didattici, giochi interattivi, installa-
zioni, esperienze, nel quadro di un paese strabico come il nostro che finanzia pochissimo
la ricerca scientifica ma, al contempo, ha una società civile fra le più appassionatamente
interessate alla scienza (come dimostra il successo inusitato dei festival della scienza e
delle mostre scientifiche in Italia). In attesa che le nostre classi politiche si accorgano
di questa amnesia verso un patrimonio immateriale preziosissimo che stanno facendo
di tutto per sprecare, rivolgiamoci ai più piccoli e ai loro insegnanti come fa l’autore di
quest’opera, dialoghiamo con loro, costruiamo con loro nuovi luoghi di condivisione della
scienza, nella speranza che i cittadini del futuro diventino a loro volta un’opinione pubbli-
ca informata, competente e agguerrita nel difendere il valore culturale della scienza. È un
dovere di democrazia della conoscenza al quale Emilio Padoa-Schioppa non si sottrae, e
per il quale dobbiamo essergli grati.
Telmo Pievani
Dipartimento di Biologia
Università degli Studi di Padova