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Capitolo 13

EPITELI GHIANDOLARI

13.1 CARATTERISTICHE GENERALI

Gli

epiteli ghiandolari

sono formati da cellule spe-

cializzate nel processo di secrezione, ovvero l’elabo-

razione di sostanze che vengono successivamente ri-

˜‡”•ƒ–‡ ƒŽŽǯ‡•–‡”‘ †‡ŽŽƒ…‡ŽŽ—Žƒ ƒŽ ϐ‹‡ †‹ Ž—„”‹ϐ‹…ƒ”‡ǡ

proteggere e regolare altre cellule. La secrezione rap-

’”‡•‡–ƒ —ƒ †‡ŽŽ‡ ’‹î ‹’‘”–ƒ–‹ ’”‘’”‹‡– ϐ‹•‹‘Ž‘‰‹

-

che delle cellule, non solo di quelle epiteliali.

Il

processo di secrezione

può essere continuo e

discontinuo. Nella

secrezione continua

il secreto vie-

ne liberato immediatamente all’esterno della cellula

senza accumularsi prima nel citoplasma. Un esempio

di secrezione continua è rappresentato dalle cellule

mucipare dello stomaco. Nella

secrezione disconti-

nua

, invece, il secreto viene immagazzinato in vesci-

cole delimitate da membrana (granuli di secrezione)

che successivamente si fondono con la membrana

plasmatica riversando il prodotto nell’ambiente ex-

tracellulare. In questo caso il processo di esocitosi

si verifica all’arrivo di uno stimolo di natura nervo-

sa o ormonale. La maggior parte delle ghiandole en-

docrine e le ghiandole esocrine maggiori annesse al

sistema digerente (pancreas, fegato) presenta questa

modalità di secrezione. Le cellule secernenti possono

elaborare un

secreto

che può essere proteico, glico-

proteico, glucidico o lipidico. Tutti gli organuli cellu-

lari prendono parte in misura diversa al processo di

secrezione. Le cellule epiteliali ghiandolari, dunque,

possono presentare all’interno del citoplasma per-

centuali diverse di determinati organuli, necessari

per elaborare un secreto specifico. Quindi dal punto

di vista ultrastrutturale, le cellule a

secrezione protei-

ca

presenteranno un reticolo endoplasmatico rugoso

(RER) molto sviluppato, mentre quelle a

secrezione

glicoproteica

presenteranno un apparato di Golgi

molto esteso; quelle a

secrezione lipidica

, infine, pre-

senteranno un abbondante reticolo endoplasmatico

liscio (REL) oltre a numerosi mitocondri.

13.2 CLASSIFICAZIONE E

DERIVAZIONE EMBRIONALE

DELLE GHIANDOLE

Il

tessuto epiteliale ghiandolare

può essere sud-

diviso in due categorie in base al destino del secreto

elaborato. Si possono dunque distinguere le ghiando-

le esocrine o a secrezione esterna e le ghiandole en-

docrine o a secrezione interna. Le

ghiandole esocri-

ne

sono caratterizzate dalla presenza di una porzio-

ne secernente, definita

adenomero

, e da una strut-

tura specializzata chiamata

dotto escretore

median-

te il quale riversano il secreto all’esterno dell’organi-

smo (per es., le ghiandole sudoripare e le ghiandole

sebacee) o in cavità comunicanti con l’esterno (per

esempio, le ghiandole digestive come pancreas e fe-

gato che riversano il secreto nel lume intestinale). Le

ghiandole endocrine

, invece, non presentano il dot-

to escretore, e riversano il secreto, definito

ormone

,

nei vasi sanguigni che irrorano la ghiandola stessa.

Sia le ghiandole esocrine che quelle endocrine si

formano dall’

epitelio di rivestimento superficiale

,

nel quale un ammasso di cellule (

zaffo epiteliale

) proli-

fera e successivamente si invagina nel tessuto connetti-

vo sottostante (

Figura 13.1

). Quando l’ammasso cellu-

lare resta in contatto con l’epitelio di rivestimento su-

perficiale, si formano le ghiandole esocrine. In questo

caso, lo zaffo epiteliale genera un cordone solido di cel-

lule, la cui parte più profonda forma la porzione secer-

nente della ghiandola, mentre la porzione di collega-

mento si differenzia nel dotto escretore. Nel caso delle

ghiandole endocrine, invece, l’ammasso di cellule per-

de il collegamento con la superficie epiteliale forman-

do delle strutture isolate che riversano il loro secreto

direttamente nei capillari sanguigni (

Figura 13.1

).

13.3 GHIANDOLE ESOCRINE

Le ghiandole esocrine possono essere classificate se-

guendo diversi criteri relativi alla loro organizzazio-

ne strutturale e alla loro forma.

In base al numero di cellule possono essere sud-

divise in:

ghiandole esocrine unicellulari

, formate da una

sola cellula;

ghiandole esocrine pluricellulari

, formate da

più elementi cellulari.

Le ghiandole pluricellulari possono poi essere ul-

teriormente classificate in base alla sede anatomica,

la forma ed il numero della porzione secernente e del

dotto escretore, e la modalità di secrezione delle cel-

lule secernenti (

Figura 13.2

):

• in base alla sede si dividono in:

intraepiteliali

ed

ex-

traepiteliali

, queste ulteriormente divise in:

parie-

tali

(intramurali) ed

extraparietali

(extramurali);

• in base alla forma dell’adenomero, ovvero la por-

zione secernente della ghiandola, sono suddivise

in:

tubulari

,

alveolari

,

acinose

,

tubulo-alveola-

ri

e

tubulo-acinose

;

Ȉ ‹ „ƒ•‡ ƒŽŽƒ ”ƒ‹ϐ‹…ƒœ‹‘‡ †‡‹ †‘––‹ ‡•…”‡–‘”‹ ‡ †‡

-

gli adenomeri si distinguono ghiandole:

semplici

,

”ƒ‹ϐ‹…–‡

e

composte

;

• in base alla modalità di secrezione le cellule secer-

‡–‹ •‹ †‡ϐ‹‹•…‘‘ǣ

olocrine

,

apocrine

e

mero-

crine

. Queste ultime possono essere ulteriormen-

–‡…Žƒ••‹ϐ‹…ƒ–‡ ‹ǣ

sierose

,

mucose

e

miste

in base

alla natura del secreto.