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2.4

Le forme di Stato

Con l’espressione «forma di Stato» si intende un modello, elaborato dalla dottrina

a partire dalla realtà dei diversi ordinamenti statali storicamente succedutisi, che

identi ca un determinato

rapporto fra i diversi elementi costitutivi dello Stato, in

particolar modo fra organi di governo e popolo, da una parte, e organi di governo

e territorio, dall’altro

.

In entrambi i casi, le forme di Stato ci forniscono elementi per comprendere i valori

a cui gli ordinamenti statali si ispirano e le nalità che essi intendono di volta in volta

perseguire.

2.5

Le forme di Stato secondo i rapporti fra governati e governanti

2.5.1

Dagli Stati assoluti agli Stati totalitari

La prima forma di Stato moderno è lo

Stato assoluto

, che nasce nel XV secolo dalla

disgregazione del sistema feudale e vede al proprio vertice il

Monarca per diritto di-

vino

, il quale accentra su di sé i poteri legislativi, esecutivi e giudiziari. Il Re, al quale

è dovuta obbedienza assoluta, non è però totalmente svincolato: egli deve infatti

rispettare la

legge divina

, quella

naturale

e le

leggi fondamentali del Regno

, nel cui

ambito sono racchiusi e difesi i diritti e le libertà dei sudditi.

Nella sua forma illuminata, lo Stato assoluto si presenta come

Stato di polizia

, che si

afferma fra il XVII e il XVIII secolo, sul principio che l’attività di governo deve avere

come obiettivi prioritari la sicurezza e la prosperità dei sudditi e, in generale, dello

Stato.

Ma nel corso del XIX secolo, le trasformazioni sociali e soprattutto economiche, che

vedono l’avvento della borghesia e del processo d’industrializzazione, segnano l’a-

scesa dello

Stato liberale

, nel quale viene attuato il principio della separazione dei

poteri. Il Re conserva la funzione esecutiva, mentre le funzioni legislativa e giurisdi-

zionale vengono rispettivamente attribuite al Parlamento e all’Autorità giudiziaria.

Si afferma, in questa forma di Stato, il

principio di legalità

, che vincola i pubblici

poteri all’osservanza della legge (

Stato di diritto

), nonché il

principio di eguaglianza

formale

, anche se di fatto i gruppi

e le classi sociali diverse dalla borghesia possi-

dente e delle professioni sono escluse dal circuito politico e discriminate sul piano

economico e sociale.

Nel ventesimo secolo, l’incapacità dello Stato liberale di contenere la spinta delle

masse lavoratrici

e dei

ceti popolari

, che chiedono di essere rappresentati politica-

mente e tutelati nei loro interessi, porta in alcuni Paesi all’affermazione di una forma

di Stato inedita e per molti aspetti rivoluzionaria: lo

Stato totalitario

, basato sulla

dittatura di un unico partito, che impone l’ideologia uf ciale.

Nello Stato totalitario, antitesi di quello liberale, le garanzie costituzionali e le libertà

fondamentali sono limitate, o subordinate agli interessi dello Stato e dell’unico par-

tito al governo, e tutte le funzioni statali fanno capo al dittatore, posto al vertice del

partito unico.