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Parte Prima
Diventare Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri
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se prestato servizio per quattro anni in altri corpi, garantendo così la presenza di persone che
avessero già una formazione adeguata alla disciplina e alla vita militare. Altri requisiti erano
legati alla statura (non meno di 1,75 metri) e alla capacità di leggere e scrivere: visto il diffu-
so analfabetismo e la dieta povera di proteine, si trattava di requisiti molto severi per l’epoca.
Altrettanto rigorosi erano i criteri di reclutamento degli ufficiali, che venivano scelti preva-
lentemente sulla base delle competenze acquisite nelle armate napoleoniche. Un incentivo da
non sottovalutare nel reclutamento volontario era rappresentato dalla paga: cinquecento lire
per un carabiniere a piedi e mille per uno a cavallo.
La Determinazione sovrana del 9 novembre 1816 decise una riorganizzazione del Corpo, isti-
tuendo un comando di corpo retto da un colonnello e creando presso il comando un consiglio
di amministrazione che assicurasse la completa autonomia amministrativa. Inoltre, il nume-
ro delle Divisioni passò da dodici a sei e fu creato il livello ordinativo di compagnia con 19
compagnie agli ordini di capitani o luogotenenti anziani. Venne disposto che il reclutamento
ordinario si effettuasse dai reggimenti di fanteria e cavalleria, mentre un reclutamento facol-
tativo poteva avere luogo tra volontari civili dotati di spiccate qualità. La suddetta determi-
nazione sovrana sanciva “ventuno incumbenze” che definivano il servizio istituzionale, an-
cora oggi ad esse ispirato. Tra queste citiamo l’attività informativa, consistente nel “procurar-
si e raccogliere tutte le notizie possibili sopra i delitti che si fossero commessi, e sovra i loro
autori…”, l’arresto in flagranza di reato, il controllo sul porto abusivo di armi e sui giochi
d’azzardo, le prescrizioni relative alla tutela dell’ambiente, come l’arresto dei devastatori di
boschi, la lotta al contrabbando, le disposizioni volte alla tutela dei negozianti e del servizio
postale, il servizio di frontiera, ed altro ancora.
Nel 1822, Carlo Felice riordinò la disciplina di questa forza armata attraverso il “Regolamento
Generale del Corpo dei Carabinieri Reali”, che sarebbe stato alla base di tutti i successivi, fino
ai nostri giorni. Non è un documento organizzativo, ma un vero e proprio libro di oltre 250 pa-
gine che regolamentava nello specifico ogni aspetto del Corpo. Oltre alle disposizioni di servi-
zio, il regolamento in esame sancisce alcuni principi duraturi: i carabinieri, tranne che per il ser-
vizio d’ordinanza (cioè trasmissione di dispacci urgenti), devono sempre essere almeno in due;
devono considerarsi in servizio perpetuo in qualunque circostanza ed a qualunque ora; devono
sempre avere un contegno distinto, fermo, dignitoso, calmo, ma anche imparziale ed umano.
Anche il reclutamento era più selettivo, perché il candidato doveva: avere un’età compresa tra
i 25 e i 40 anni, saper leggere e scrivere, essere preferibilmente celibe o vedovo senza figli,
non avere precedenti penali, aver servito per almeno quattro anni in un altro corpo dell’arma-
ta con un certificato di buona condotta e salute, essere alto 39 once per la fanteria e 40 per la
cavalleria (circa 1,75 metri). Le nuove reclute si ingaggiavano per 10 anni e avevano diritto a
ricevere la somma dell’ingaggio (150 lire se Carabinieri Reali a piedi e 350 se a cavallo) sol-
tanto dopo 35 mesi di ininterrotto servizio. Una norma particolare riguardava il matrimonio,
infatti sia i carabinieri che i sottoufficiali non potevano fidanzarsi né sposarsi senza autoriz-
zazione da parte del proprio colonnello. Nel 1861, dopo l’unità d’Italia, quando l’Arma Sar-
da fu trasformata in Regio Esercito, i diversi corpi di Carabinieri confluirono nell’
Arma dei
Carabinieri Reali
che divenne la Prima Arma. In quel periodo dovettero contrastare in parti-
colar modo il fenomeno del brigantaggio, diffuso specialmente nei territori che avevano fat-
to parte del Regno delle Due Sicilie. L’Arma si distinse, inoltre, durante la Prima Guerra Mon-
diale, nella battaglia di Caporetto del 1917, quando costrinse i soldati in trincea a tener duro
e rese possibile un’ordinata ritirata verso il Piave.