Previous Page  29 / 38 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 29 / 38 Next Page
Page Background

Capitolo 1

L’Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri

5

www.

edises

.it

Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 15 marzo 2010 n. 66, recante il Codice dell’ordinamento

militare, il personale delle Forze Armate è stato suddiviso in quattro grandi categorie: gli

Uf-

ficiali

(che svolgono funzioni di responsabilità), i

Sottufficiali

, comprendenti i ruoli dei Ser-

genti e dei Marescialli (che svolgono funzioni ausiliarie rispetto agli Ufficiali, quali il coman-

do dei reparti di minore livello oppure compiti amministrativi o tecnici), i

Graduati

(catego-

ria che comprende i Volontari in Servizio Permanente) e i

Militari di truppa

(di cui fanno

parte i Volontari in Ferma Prefissata, gli Allievi Carabinieri, gli Allievi Finanzieri, gli Allievi

delle scuole militari, gli Allievi Marescialli in ferma, gli Allievi Ufficiali in ferma prefissata

e gli Allievi Ufficiali delle Accademie militari).

Possono far parte dello Stato Maggiore della Difesa e del Segretariato Generale della Difesa, e

dunque ricoprire incarichi particolarmente importanti, soltanto gli

Ufficiali del Ruolo Normale

,

categoria di ufficiali nella quale rientrano gli Ufficiali laureatisi inAccademia e i laureati arruo-

lati dal mondo civile tramite concorsi a nomina diretta. Gli Ufficiali del Ruolo Normale posso-

no ricoprire tutti i gradi in tutti i Corpi, mentre gli

Ufficiali del Ruolo Speciale

, reclutati tra i Sot-

tufficiali e gli Ufficiali in Ferma Prefissata che al termine della ferma richiedono l’arruolamen-

to in servizio permanente effettivo, hanno una progressione di carriera più limitata.

1.3 Origini e storia dell’Arma dei Carabinieri

Rientrato in Piemonte dopo la caduta di Napoleone, Vittorio Emanuele I di Savoia istituì il

Corpo dei Carabinieri, ispirandosi alla Gendarmeria francese. Il re, infatti, riteneva di fonda-

mentale importanza riportare ordine e disciplina in un Paese scosso da tumulti e scompigli.

Fu così che nel giugno del 1814 fu firmato dalla Segreteria di Guerra (un organismo equiva-

lente all’attuale Ministero della Difesa) un “Progetto di istituzione di un Corpo militare per il

mantenimento del buon ordine”. Il 16 giugno dello stesso anno fu portato a termine un altro

studio, il “Progetto d’Istruzione Provvisoria per il Corpo dei Carabinieri Reali”, controfirma-

to dal Generale d’Armata Giuseppe Thaon di Revel. In questo documento si elencavano una

serie di compiti che da quel momento in poi avrebbero garantito una maggiore sicurezza ai

cittadini e ripristinato un ordine rigoroso. I Carabinieri, infatti, sarebbero intervenuti nei casi

di: furti con scasso, incendi, assassini, rapine a corrieri governativi o a diligenze cariche di

munizioni, rapimenti, spionaggio, contrabbando, e così via. Questo lavoro di preparazione

culminò con la promulgazione delle

Regie Patenti

, il 13 luglio 1814, che segnarono la nasci-

ta ufficiale del “Corpo dei Carabinieri Reali”. Si trattava di un atto ufficiale con il quale si sta-

bilivano in maniera precisa e dettagliata le mansioni e le competenze dei vari ruoli assegnati

nell’ambito del Corpo in questione. Quello che si configurava nelle Regie Patenti era dunque

un corpo d’élite, con la funzione di protezione e tutela dell’ordine pubblico e della stabilità

interna.

Il primo nucleo con cui i Carabinieri cominciarono ad operare era costituito da 27 ufficiali e

776 tra sottoufficiali e truppa. Il Corpo venne articolato in Divisioni, una per provincia, co-

mandata da un capitano. Ogni divisione aveva sotto di sé una serie di luogotenenze, guidate

da un luogotenente o da un sottotenente. L’ultimo anello della catena era costituito dalle Sta-

zioni, capillarmente distribuite su tutto il territorio e comandate da marescialli o brigadieri.

Uno dei primi problemi che sorsero con l’istituzione di questo Corpo fu legato al criterio di

reclutamento. Inizialmente il problema venne risolto dando accesso quasi esclusivo a chi aves-