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376

SIMULAZIONI D’ESAME

TEST CISIA

www.

edises

.it

ducia nel progresso, soprattutto nella

tecnologia e nella medicina, proseguì

dal periodo d’oro del V secolo fino al IV

secolo a.C.; analogamente, una simile fi-

ducia nel progresso e in particolare nel-

la tecnologia e nella medicina si ritrova

a partire dal XIX secolo fino ad oggi.

Non ci fu tuttavia “alcuna diminuzione

dell’energia creativa”: fu l’epoca dei più

grandi oratori e filosofi, si svilupparono

nuove forme di arte e letteratura, furo-

no compiuti importanti progressi in ma-

tematica e in astronomia. Ma, come nel

nostro caso, “almeno qualcosa dell’anti-

ca fiducia era andato perduto”.

Oggigiorno il progresso scientifico e

tecnologico prosegue senza sosta e l’e-

splorazione dello spazio ha condotto a

straordinarie scoperte astronomiche. La

creatività che ha dato vita a nuove forme

di cultura – i romanzi di fantascienza,

l’impressionismo in arte e in letteratura,

i risultati raggiunti dal cinema, dalla ra-

dio e dalla televisione – continua: siamo

molto lontani dalla sterilità culturale

che regnava a Roma nel IV secolo d.C.

Ciò che, invece, minaccia questo svilup-

po culturale e che più assomiglia alla

situazione dell’antica Roma è l’archi-

tettura contemporanea. Nel III secolo

l’ordine classico si era dissolto in pareti

spoglie e facciate nude, allo stesso modo

in cui le nostre abitazioni in vetro e ce-

mento hanno preso il posto degli edifici

del XIX e dell’inizio del XX secolo, così

variegati nello stile e nelle decorazioni.

In scultura, Thorwaldsen, Gibson e

Bates, uniti al fascino spensierato di

Carpeaux, segnano il tramonto di una

lunga tradizione, sebbene alcuni ele-

menti di essa permangono nelle forme

voluminose di Maillol e Henry Moore.

Con Rodin qualcosa di nuovo è compar-

so: il suo “Balzac” riflette lo spirito e la

personalità del soggetto per mezzo di

effetti di chiaroscuro, illusioni ottiche

che si sostituiscono a forme ben deline-

ate, oppure nell’argilla modellata per

dare corpo alle sue figure umane dotate

di una plasticità che permane nella co-

lata di bronzo e persino nella copia di

marmo. Questo stile ricorda la scultura

impressionista del III secolo ed è pro-

seguito con molti esperimenti moderni

di natura più o meno astratta. A questo

proposito poi il ruolo giocato dal dise-

gno astratto può essere equiparato alla

varietà di motivi non-figurativi del post-

classicismo e del periodo bizantino, più

tardi intensificato dall’iconoclastia e

dall’influenza dell’Islam. Le tendenze

eterogenee e anarchiche dell’arte con-

temporanea sono espressione dell’an-

goscia dei tempi moderni – ciò si vede

maggiormente negli stili pittorici che

rompono con la forma classica, fino alla

successiva corrente artistica rappresen-

tata da Picasso, dal naturalismo all’a-

strattismo e al simbolismo.

L’imminente angoscia dell’epoca è

espressa, nel XIX secolo, da artisti come

Van Gogh, in particolare nei suoi autori-

tratti, nei suoi paesaggi tormentati e an-

gosciosi e nell’“Urlo” di Munch del 1893.

Quasi un secolo prima Goya dipinse il

suo “3 maggio 1808”. Nei “Disastri della

guerra” e nelle “Pitture nere” dell’ultima

fase della sua vita egli presenta la guer-

ra e ogni sorta di malvagità in un modo

completamente diverso dal classicismo

accademico. Un altro secolo dovette tra-

scorrere prima che il crudele spreco e

la mutilazione di giovani vite giungesse

alla coscienza pubblica nei terribili anni

che seguirono le entusiasmanti aspet-

tative dell’agosto 1914. Goya, tuttavia,

aveva già ritratto gli effetti della guerra

negando l’umanità tra corpi in decom-

posizione, donne stuprate e i gemiti dei

loro figli. La sete di sangue, il male sa-

dico è rappresentato nelle “Follie” – in

esse non vi è spazio per il riso – e nei