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Scienze e tecnologie chimiche 

000

www.

edises

.it

con la convenzione che tutti gli altri punti si trovino in posizioni individuate da

altri numeri interi, –1, 2, 3 ecc. Nel caso in cui al posto dei punti si abbiano del-

le particelle, la disposizione di questo filare di particelle viene chiamata

reticolo

ad

una dimensione

. In esso una coppia di numeri individua due particelle che

corrispondono alla cosiddetta

cella elementare

(o

unitaria

)

ad una dimensione

.

Se ora vogliamo descrivere una serie ordinata di punti o di particelle disposti

in due dimensioni, cioè in un piano, bisogna utilizzare due rette

a

e

b,

che pos-

sono essere considerate come assi

x

e

y

, e l’angolo

a

tra di esse (vedi Figura 2.1).

A

D

C H

G

b

a

B

E

F

a

b

a

Figura 2.1 

 Rappresentazione di punti a due dimensioni: reticolo a due dimensioni.

Le distanze costanti tra i punti disposti su queste rette vengono chiamate

a

e

b

e l’insieme dei punti ABCD rappresenta la

cella

elementare

a

due

dimen-

sioni

. In base alle coordinate scelte, il punto E è individuato dalla coppia di

numeri (3,0), il punto F da (4,0), il punto G da (3,1) e il punto H da (2,1).

La ripetizione della cella elementare a due dimensioni costituisce un

reticolo

a due dimensioni

.

Se si vuole rappresentare una serie ordinata di punti in tre dimensioni biso-

gna utilizzare tre rette

a

,

b

e

c

, che possono essere considerate come assi

x

,

y

,

z

(che non sono necessariamente assi cartesiani ortogonali), e gli angoli

a

,

b

e

g

formati tra di esse (vedi Figura 2.2).

Le distanze costanti tra i punti disposti su queste rette vengono chiamate

a

,

b

e

c

ed un insieme di otto punti, ABCDEFGH, individua la

cella

elementare

a

tre

dimensioni

. Il

reticolo

cristallino

si può immaginare quindi formato dalla

ripetizione regolare lungo tre direzioni della cella elementare a tre dimensio-

ni, che rappresenta la sua unità costitutiva fondamentale e che ha sempre la

forma di un parallelepipedo. I cristalli di una stessa specie cristallina, inoltre,

hanno costanti gli angoli diedri formati dalle superfici piane che delimitano il

cristallo: tali superfici vengono chiamate

facce

.

Nell’esempio riportato in Figura 2.2,

a

=

b

=

g

= 90° e a = b = c. Allora la figura

geometrica ottenuta individua un cubo che rappresenta il più semplice e simme-

trico insieme di punti che, ripetuto nelle tre dimensioni, riproduce la disposizio-

ne geometrica del solido cristallino. Questi punti che rappresentano le posizioni

occupate dalle particelle del solido sono detti

punti

o

nodi

o

siti

reticolari

.