Previous Page  29 / 34 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 29 / 34 Next Page
Page Background

Capitolo 11

L’evoluzione storica della scuola italiana

573

www.

edises

.it

11.5.1

 La riforma Moratti

Nel solco della strategia di Lisbona, con la legge n. 53 del 28 marzo 2003 fu approvato un

complessivo disegno di riforma del sistema scolastico italiano: la legge delegò il Governo

ad elaborare i successivi decreti legislativi per il riordino della scuola non universitaria.

L’art. 1 della legge affermò la centralità, nella scuola, della

“crescita e valorizzazione

della persona umana”

relativamente ai tre ambiti:

>

>

ritmi dell’età evolutiva;

>

>

differenze e identità di ciascuno;

>

>

scelte educative della famiglia.

Circa queste ultime, la legge n. 53 offriva alla famiglia spazi di iniziativa nuovi:

>

>

la possibilità di anticipi e posticipi dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia e alla

scuola primaria;

>

>

la possibilità di scegliere tra un tempo scuola minimo obbligatorio e ampliamenti

della frequenza sulla base dell’adesione ad attività facoltative e opzionali;

>

>

la sottolineatura dei Piani di studio personalizzati contro la scuola dei programmi;

>

>

l’individuazione di un referente-tutor, all’interno della pluralità dei docenti della

classe, per le relazioni scuola-famiglia;

>

>

la partecipazione della famiglia all’arricchimento del portfolio individuale dello

studente.

La legge n. 53 riformò il sistema dell’istruzione, istituendo:

>

>

la scuola dell’infanzia;

>

>

il primo ciclo (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado);

>

>

il secondo ciclo (scuola secondaria articolata su due sottosistemi, dei licei e dell’i-

struzione e formazione professionale – IeFP).

La riforma fu fortemente osteggiata dall’opposizione politica e dalle forze sindacali,

divenendo uno dei temi più accesi della campagna elettorale nella primavera 2006.

11.5.2

 Il “cacciavite” del Ministro Giuseppe Fioroni

La coalizione di centrosinistra vinse le elezione del 2006 e diede vita ad un governo

che non condivideva la riforma Moratti ma non aveva al Senato la forza parlamentare

necessaria per sostituirla.

Il Ministro Giuseppe Fioroni si limitò ad apportare modifiche parziali (ricorse all’im-

magine di ritocchi fatti con il “cacciavite”).

Con il D.M. 31 luglio 2007 inviò alle scuole del primo ciclo le nuove Indicazioni per

il curricolo, da affiancare sperimentalmente a quelle vigenti sulla base del D.Lgs. n.

59/2004. Le nuove Indicazioni erano più aperte e meno dense di prescrizioni orga-

nizzative e didattiche. Esse davano particolare attenzione alla continuità del percor-

so educativo dai 3 ai 14 anni, strutturando percorsi disciplinari unitari dalla primaria

al termine della secondaria di primo grado (par. 12.2.3 e 12.5).

Per far fronte all’aggravarsi del fenomeno del bullismo nelle scuole modificò lo

“Sta-

tuto delle studentesse e degli studenti”

del 1998 con nuove norme, contenute nel D.P.R. n.

235/2007: furono così reintrodotte le sanzioni disciplinari più gravi (par. 17.4.5 sg.).