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Parte Seconda
Legislazione scolastica
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l’istituzione degli istituti comprensivi di scuola materna, elementare e secondaria di
primo grado (legge n. 97/1994: par. 12.1.4);
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l’adozione del Testo unico delle leggi della scuola (D.Lgs. n. 297/1994: par. 20.2.2).
Provvedimenti riformatori più incisivi furono assunti alla fine degli anni Novanta:
con decreto legge n. 253/1995 furono aboliti gli esami di riparazione nella scuola
superiore, sostituiti con gli IDEI, Interventi Didattici ed Educativi Integrativi.
Con legge n. 9/1999 fu innalzato l’obbligo scolastico a 9 anni: ma, paradossalmente,
fu reso obbligatorio solo il primo anno della scuola superiore. Infatti, tale innovazio-
ne era collegata alla riforma di sistema (legge n. 30/2000) che all’art. 3 prevedeva la
riduzione della “scuola di base” a sette anni: la legge n. 9 avrebbe reso obbligatorio il
primo biennio della scuola superiore. Ma la legge n. 30 non entrò mai in vigore: sia
la legge n. 30 che la legge n. 9 furono poi cancellate nella successiva legislatura, con
il varo della c.d. “riforma Moratti” (v. oltre).
11.4.3
L’autonomia scolastica, lo Statuto degli studenti e la parità
scolastica
Segnò, invece, un passaggio fondamentale l’approvazione della legge n. 59 del 15
marzo 1997: con l’art. 21 fu introdotta l’autonomia scolastica, che avrebbe poi avuto
riconoscimento costituzionale con l’art. 117 della successiva legge costituzionale n.
3/2001 (v. Capitolo 16).
Altri provvedimenti importanti approvati in quella legislatura furono:
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lo Statuto delle studentesse e degli studenti, emanato con D.P.R. n. 249/1998: da
esso derivarono i regolamenti di disciplina degli istituti di istruzione secondaria
(par. 17.4.5 sg.);
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la legge n. 62/2000, che introdusse la parità scolastica creando in tal modo il si-
stema pubblico di educazione e di istruzione composto dalle scuole statali e dalle
scuole non statali che chiedono e ottengono la parità (par. 12.1.2).
11.5
La strategia di Lisbona
La strategia di Lisbona fu voluta dal Consiglio europeo (par. 15.2.2) nell’anno 2000
come programma globale per la crescita e l’occupazione, assegnando all’Unione eu-
ropea l’obiettivo strategico di diventare
“l’economia basata sulla conoscenza più competiti-
va e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e
migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”
.
Il Consiglio dei ministri dell’istruzione dei paesi membri dell’Unione definì nel 2001
i tre obiettivi fondamentali:
1. aumentare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione dell’UE;
2. facilitare l’accesso ai sistemi di istruzione e formazione;
3. aprire i sistemi di istruzione e di formazione al mondo esterno.