Parte Prima
Alunni con bisogni educativi speciali derivanti da disabilità
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del carattere unitario del problema della diversità nell’apprendimen-
to. Nel frattempo, anche l’avanzamento delle neuroscienze ha portato
ad una visione molto più sottile delle distinzioni tra difficoltà, disturbi,
patologie, facendo emergere ampie e complesse zone di confine tra
disabilità e non disabilità, difficoltà e disturbi. L’aggettivo speciale, un
tempo riservato alle scuole per minorati psichici e sensoriali, viene ora
utilizzato non solo per le situazioni di disabilità, ma per tutte le situa-
zioni di difficoltà nell’apprendimento: tutti i bambini e ragazzi che
presentano particolari situazioni di difficoltà, non sempre tipizzabili,
come ricorda la direttiva stessa, presentano bisogni educativi partico-
lari – speciali, appunto – e hanno diritto a idonee forme di azione
pedagogico-didattica.
In questo modo si compie il passo culturalmente decisivo per l’assun-
zione di una visione autenticamente inclusiva, che integri in un unico
criterio e in unico diritto all’apprendimento e all’autorealizzazione
personale tutte le situazioni di difficoltà. Intende pertanto rivestire un
importante significato per la cultura professionale di docenti e diri-
genti scolastici il fatto di trattare il tema dell’integrazione degli alunni
con disabilità e quello delle diverse situazioni di difficoltà in un unico
testo, in unica iniziativa formativa intitolata ai
Bisogni Educativi Speciali
,
applicando a tutti quel concetto aperto e universale di integrazione
che si è venuto elaborando in sede internazionale, sfociato nel codice
ICF, che non fa distinzioni tra disabilità e non disabilità per guardare
alla singolarità delle situazioni personali secondo il criterio unitario
dello svantaggio rispetto ad ambienti di vita più o meno capaci di ren-
dersi idonei alla autorealizzazione della persona.
Nella tradizione della scuola italiana l’aggettivo
speciale
riguarda la
condizione di disabilità. Speciali erano le scuole per minorati psicofi-
sici, per non udenti e per non vedenti e speciale la pedagogia ad essi
rivolta. Attraverso una lunga maturazione progressiva, dall’area della
disabilità la visione della specificità dei bisogni educativi e le prassi
educative e didattiche incentrate sulla differenziazione dell’azione in
rapporto alle diverse situazioni di apprendimento si è ora estesa, sia