

Capitolo 1
I fondamenti epistemologici delle Scienze dell’educazione
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pedagogia). Qual è allora il discrimine tra i due settori? «Apparentemente, la
variazione terminologica sembra […] spostare l’attenzione da un oggetto di
studio comune (l’educazione) a un altro oggetto/interesse comune (la socie-
tà). In realtà – avverte la Moscato – […] si tratta di un più consistente muta-
mento di prospettiva: le scienze sociali sono in primo luogo “scienze” (quindi
saperi oggettivi, teorico-interpretativi, empiricamente fondati)»
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. Le scienze
dell’educazione sono l’esito, invece, di un paradigma multidisciplinare e ap-
plicativo che rivendica una propria specifica dimensione pratico-applicativa.
Nel delinearsi come sociali, e non più come “umane”, le scienze psicologia,
sociologia e antropologia hanno preso le distanze dalla filosofia, ma non dalla
storia. La familiarità degli scienziati sociali con la storia, e l’uso di categorie
macro-sociologiche da parte degli storici, determinano frequenti e rispettive
“incursioni”, e/o “contaminazioni” fra storici e sociologi, nei loro rispettivi set-
tori di ricerca (
Ibidem
).
Le “scienze sociali”, oltre a prendere le distanze dalla filosofia, si allontana-
no anche dalla psicologia e, in maniera ancora più marcata, dalla pedagogia
e dalle scienze dell’educazione. «Il conflitto si materializza storicamente alla
fine degli anni Novanta, nella definizione del curricolo del progettato Liceo
delle Scienze Sociali, previsto dalla Riforma Berlinguer, poi non realizzata, che
avrebbe dovuto sostituire, nel quadro dell’istruzione secondaria, il vecchio e
cancellato Istituto Magistrale, e anche i successivi modelli quinquennali di in-
dirizzo psico-socio-pedagogico, quasi tutti originati dalla trasformazione speri-
mentale di preesistenti Istituti Magistrali» (
Ibidem
).
Occorre attendere l’istituzione del Liceo delle Scienze Umane con la Riforma
Moratti per vedere nuovamente riconosciuta alle scienze umane la loro valenza
epistemologica e formativa.
1.1.3
Verso un macrosettore unico: le “scienze umane e sociali”
L’
iter
disciplinare e accademico fin qui richiamato, necessariamente nelle sue
linee essenziali, ha avuto come suo epilogo finale la definizione di un macro-
settore unico, la cui denominazione è “scienze umane e sociali” che accorpa,
a un tempo, sia la funzione umanizzante delle scienze umane sia l’oggettività
dei procedimenti di ricerca delle scienze sociali. «La denominazione “scienze
umane e sociali” – avverte la Moscato – potrebbe oggi essere più funzionale, ma
il problema del nome può essere superato come superficiale, a condizione che
si riconosca che, sia le cosiddette “scienze sociali”, sia le “scienze dell’educazio-
ne”, sono originariamente e strutturalmente “scienze umane” esse stesse: ciò
comporta, in altri termini, che, lungi dal “prendere le distanze” dalla filosofia,
esse debbano piuttosto riconoscere la “filosofia implicita” che sottostà alle loro
teorizzazioni, e che costituisce la reale premessa delle loro ricerche, indipen-
dentemente dalle legittimazioni empiriche delle conclusioni cui approdano.
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Ivi
, p. 16.