TFA Abilitazione all'insegnamento - T16 Latino - page 26

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Parte Prima L’insegnamento di Lingua e cultura latina
a unire gli esemplari. Si tratta, cioè, di errori presenti in una famiglia di mano-
scritti ma non in un’altra tanto da escludere una relazione tra loro (
separativi
)
o, al contrario, attestati in documenti diversi rivelando una parentela tra questi.
Individuare le derivazioni tra famiglie di esemplari permette di risalire a un
comune capostipite che prende il nome di
subarchetipo
; dal confronto dei
subar-
chetipi
si giunge all’individuazione dell’
archetipo
, la versione più vicina a quella
originale (vd. figura). Tale ricostruzione è, in effetti, l’obiettivo del filologo,
ma non sempre il confronto tra le famiglie di codici dà dei risultati che siano
univoci: talvolta scegliere tra le versioni presenti risulta impresa ardua.
Lachmann teorizzava il seguente metodo ispirato a criteri di ordine statistico-
oggettivo in base ai quali «
recensere
[…]
sine interpretatione et possumus et debemus
».
Un tale indirizzo si rendeva necessario ai suoi occhi per evitare gli arbitri, le
scelte del tutto soggettive tante volte apportate dagli studiosi nella trasmissione
dei testi.
I singoli codici a nostra disposizione sono quattro (in genere indicati con le lette-
re maiuscole dell’alfabeto latino: A, B, C, D). I codici A e B si caratterizzano per
la presenza di
errores coniuctivi
per cui si ipotizza un subarchetipo comune
α
. Al
contrario, il
codex
D risulta
descriptus
rispetto al C che a sua volta per la presenza
di “errori separativi” rispetto ad A e B è da far risalire a una famiglia indipendente
rispetto ad
α
.
(da Stok 2011
2
)
ω
D
C
α
A
B
Secondo Lachmann era necessario giungere all’individuazione di tre famiglie
di codici (la cosiddetta tradizione “trifida” o “tripartita”); una volta fatto ciò, si
applica il semplice criterio “di maggioranza”: in altri termini, si sceglie, nei casi
di varianti, la versione condivisa da due famiglie e si scarta come errore quella
“in minoranza”. Si parla in questo caso di una
emendatio ope codicum
(“correzio-
ne tramite i codici”), che assume valore scientifico proprio in quanto fondata
su criteri oggettivi. In realtà, come vedremo, il
metodo Lachmann
risulta non
sempre efficace. Basta, infatti, che le tre famiglie presentino versioni tutte dif-
ferenti, per trovarsi nell’impossibilità di applicare automatismi oggettivi: in tal
caso o si ha la fortuna di poter disporre per il passo in questione di una tradi-
zione indiretta affidabile che scioglie il problema (per tradizione indiretta si
intendono i brani di autore citati da un altro autore: va detto che le citazioni
Esempio di
stemma codicum
1...,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25 27,28
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