

www.
edises
.it
8
PARTE PRIMA
L’insegnamento trasversale di Educazione civica
1.2 I Programmi delle Scuole Medie del 1979
Con il Decreto Ministeriale 9 febbraio 1979 (“
Programmi, orari di insegnamento e prove
di esame per la scuola media statale
”) furono emanati i nuovi programmi della Scuola
Media che andavano ad aggiornare i precedenti programmi di Educazione civica im-
postati dal D.P.R. 585/1958. Era prevista una materia di insegnamento, denominata
“
Storia, Educazione civica e Geografia
”, che prevedeva 4 ore settimanali nelle classi pri-
ma e seconda e 5 ore settimanali nella classe terza. La valutazione era solo orale ed
era complessiva per Storia, Educazione civica e Geografia. Ancora una volta, dunque,
all’Educazione civica non veniva attribuita una valutazione autonoma.
Nel decreto si afferma che la “
Funzione dell’Educazione civica a partire dai suoi primari
motivi di educazione morale e civile, è quella di far maturare il senso etico come fondamento dei
rapporti dei cittadini, di rendere coscienti del compito storico delle generazioni e dei singoli, di
promuovere una concreta e chiara consapevolezza dei problemi della convivenza umana ai vari
livelli di aggregazione comunitaria, guidando l’alunno a realizzare comportamenti civilmente
e socialmente responsabili
”.
La caratterizzazione specifica dell’Educazione civica è messa in evidenza nel docu-
mento: “
se alla formazione del cittadino debbono concorrere … tutte le discipline, l’Educazione
civica avrà una sua peculiare responsabilità in quanto consente in modo più preciso di prendere
conoscenza e coscienza degli ordinamenti e delle strutture civiche e politiche
”.
1.3 I Programmi delle Scuole Elementari del 1985
Dopo l’aggiornamento dei programmi della scuola media, è la volta dei programmi
della scuola primaria (elementare). Il Decreto del Presidente della Repubblica 12
febbraio 1985, n. 104 concerne l’
Approvazione dei nuovi programmi didattici per la scuola
primaria
. Tra i principi e i fini della scuola primaria (elementare) viene indicato an-
che quello della “
Educazione alla convivenza democratica
”.
Nell’ambito dell’educazione alla convivenza democratica, la scuola deve operare per-
ché il fanciullo:
>
prenda consapevolezza del valore della coerenza tra l’ideale assunto e la sua realiz-
zazione in un impegno anche personale;
>
abbia occasioni di iniziativa, decisione, responsabilità personale ed autonomia e
possa sperimentare progressivamente forme di lavoro di gruppo e di vicendevole
aiuto e sostegno (solidarietà attiva);
>
abbia basilare consapevolezza delle varie forme di “diversità e di emarginazione”
allo scopo di prevenire e contrastare la formazione di stereotipi e pregiudizi nei
confronti di persone e culture;
>
sia sensibile ai problemi della salute e dell’igiene personale, del rispetto dell’am-
biente naturale e del corretto atteggiamento verso gli esseri viventi, della conserva-
zione di strutture e servizi di pubblica utilità (a cominciare da quelli scolastici), del
comportamento stradale, del risparmio energetico;
>
sia progressivamente guidato ad ampliare l’orizzonte culturale e sociale oltre la
realtà ambientale più prossima.