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CAPITOLO
1
Educazione civica: da dove siamo
partiti e dove siamo arrivati
In questo capitolo, si traccia un breve excursus storico, per comprendere l’evoluzione che ha
subito l’insegnamento di Educazione civica nel corso degli ultimi sessanta anni. Il lettore
avrà modo di notare che, se da un lato, nell’alternarsi delle definizioni e delle formulazioni
dell’insegnamento, si è sempre fatto leva, a ragion veduta, sulla sua trasversalità e sui suoi
caratteri di interdisciplinarità, dall’altra parte, questa caratteristica ha sempre impedito che
lo stesso insegnamento potesse trovare una propria dignità in termini di valutazione. In
altre parole, l’insegnamento dell’Educazione civica non è mai stato ricondotto ad una va-
lutazione autonoma e distinta dalle altre. In alcuni periodi la sua valutazione si è confusa
con quella di storia o di storia e geografia, in altri è stata completamente dissolta in una
trasversalità che coinvolgeva tutte le discipline e che in buona sostanza ha fatto completa-
mente svanire il peso in termini di valutazione dell’insegnamento.
1.1 L’introduzione dell’Educazione civica nella scuola secondaria
L’Educazione civica nella scuola secondaria di primo e secondo grado fu introdotta
con D.P.R. n. 585 del 13 giugno 1958. Il Decreto fu emanato quando era ministro
dell’Istruzione l’on. Aldo Moro, che fortemente volle inserire questa novità nei pro-
grammi di storia della scuola secondaria.
Il primo ed unico articolo del Decreto, a firma del presidente della Repubblica Gron-
chi, recita come segue: “
con effetto dall’anno scolastico 1958-59, i programmi d’insegnamen-
to della storia, in vigore negli istituti e scuole d’istruzione secondaria ed artistica, sono integrati
da quelli di Educazione civica allegati al presente decreto e vistati dal Ministro proponente
(il
ministro dell’Istruzione)”.
Pertanto, l’insegnamento dell’Educazione civica era competenza del docente di
storia, la disciplina che, per le sue caratteristiche epistemologiche, risulta maggior-
mente affine ai contenuti dell’Educazione civica, per come presentati nell’allegato
al Decreto.
Nella premessa dell’allegato VI è tutto lo spessore della figura del ministro Moro,
che lo firmò personalmente. È utile riportare alcuni passaggi della premessa che, a
distanza di oltre sessant’anni, risultano di stringente attualità. In particolare, già in
quel contesto storico si avvertiva un certo scollamento tra l’ambiente scolastico e la
vita reale:
“L’opinione pubblica avverte imperiosamente, se pur confusamente, l’esigenza che
la Vita venga a fecondare la cultura scolastica, e che la Scuola acquisti nuova
virtù espansiva, aprendosi verso le forme e le strutture della Vita associata”.