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Parte Prima

Italiano

Svolgimento

Echeggiando il canto XXXI del

Paradiso

di Dante, in cui si riscontra un’ana-

loga similitudine, attraverso la quale il poeta paragona la sua insaziabile fame

di Dio a quella di un un pellegrino in estasi di fronte alla Veronica, il sonetto

petrarchesco affronta il tema della lontananza, presente anche in altri compo-

nimenti che si collocano in questa parte dei

Rerum vulgarium fragmenta

. Sacro

e profano duettano in questa come in altre liriche petrarchesche, rimandano

a un’antitesi più profonda: quella fra amore per Dio e attaccamento a Laura

e all’amore terreno. Quest’ultimo tema è centrale anche nel sonetto III del

Canzoniere,

Era il giorno ch’al sol si scoloraro.

Ricche di implicazioni a livello di

significato sono le simmetrie fra il

vecchierel canuto et biancho

(v. 1) da una parte

e l’io del poeta dall’altra: il primo

viene a Roma, seguendo ’l desio

(v. 9), laddove il

suo “desio” – una delle parole chiave della lirica – è quello di

mirar la sembianza

di Cristo, che confida di conoscere in Paradiso; il secondo, rivolgendosi alla

sua donna, le confida di essere alla ricerca della

disiata vostra forma vera

(v. 14)

e di andare cercando nel volto di ogni altra donna il suo volto. A un secondo

livello di interpretazione non può non essere sottolineato il tema del viaggio

spirituale: il sonetto si configura, in tal senso, come un testo allegorico in cui il

viaggio può intendersi come il percorso di un’anima verso la morte o verso l’a-

more. Parole chiave che rimandano al tema del viaggio sono

movesi

(v. 1),

viene

(v. 9),

vo

(v. 12), laddove la tensione del poeta verso la ricerca dell’immagine

della sua donna è espressa con l’uso del verbo “andare” al presente seguito dal

gerundio (

cerchand’io

) per indicare il protrarsi dell’azione, secondo un pro-

cedimento molto noto all’epoca e attestato più volte in Petrarca. Nel sonetto,

quindi, coesistono la dimensione spirituale e quella terrena, il momento ele-

giaco e sentimentale – presente soprattutto nella prima quartina, incentrata

sugli affetti familiari, e rappresentato dall’uso di vezzeggiativi (

il vecchierel

, v. 1;

la famigliuola

, v. 3), oltre che di aggettivi quali “dolce” (

dolce loco

, v. 2) o “caro”

(

caro padre

, v. 4) – e il momento tragico ed eroico, quello del viaggio che il

vecchio pellegrino compie

trahendo poi l’antiquo fianco

(v. 5), durante quello che

sembrerebbe essere l’ultimo segmento della sua vita (

per l’extreme giornate di sua

vita

, v. 6). Tutto, quindi, all’insegna della complessità, questo componimento

petrarchesco si presta a più interpretazioni ed è un mirabile saggio della poe-

tica di Petrarca.