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dunque un termine utilizzato per indicare qualunque causa in grado di diminuire la concentrazione di ossigeno nel sangue. I

criteri diagnostici includono un esordio acuto, la presenza di infiltrato polmonare bilaterale, l’assenza di ipertensione atriale

sinistra e un rapporto PaO

2

/FiO

2

< 200. Clinicamente il paziente presenta tachipnea, dispnea e aumentato fabbisogno di ossi-

geno, all’auscultazione polmonare è possibile rilevare rantoli sparsi.

502) A.

Gli amminoacidi liberi, derivanti dalla degradazione delle proteine alimentari e cellulari, sono utilizzati principalmen-

te come precursori della sintesi proteica. Tuttavia, in caso di digiuno o di attività fisica intensa, quando cioè l’organismo aumen-

ta il suo bisogno energetico, gli amminoacidi vanno incontro ad un processo metabolico di degradazione. La prima tappa del

catabolismo amminoacidico prevede l’allontanamento del gruppo amminico che viene convertito in ione ammonio per mezzo

delle amminotransferasi e che entra successivamente nel ciclo dell’urea. Lo scheletro carbonioso dell’amminoacido viene a quel

punto opportunamente trasformato in intermedi dell’acido citrico, acetil-CoA, acecoacetilCoA e prevalentemente Piruvato.

503) D.

La fosforilazione è quella reazione chimica che prevede l’addizione di un gruppo fosfato ad una proteina o ad un’altra

molecola. In modo particolare, la fosforilazione degli zuccheri è spesso il primo passo del processo catabolico, come avviene ad

esempio per il glucosio che, per poter essere utilizzato a libello intracellulare e per impedire alla molecola di uscire dalla cellu-

la, viene convertito in glucosio-6-fosfato dal primo enzima della glicolisi che è l’esochinasi. La presenza di un gruppo fosfato,

infatti, carica negativamente la molecola, impedendo qualsiasi passaggio di membrana. La fosforilazione del glucosio utilizza

ATP ed è considerata irreversibile, perché avvenga inoltre è necessaria è la presenza di Mg

2+

che rende possibile la reazione

sequestrando in un complesso le cariche negative dei fosfati dell’ATP.

504) B.

Ogni volta che l’acetil-CoA è in eccesso rispetto all’ossalacetatosi si avvia il processo di chetogenesi che porta alla for-

mazione dei corpi chetonici ovvero acetoacetato, beta-idrossibutirrato e acetone. Questo processo avviene solo nella matrice

mitocondriale epatica, tuttavia il fegato pur producendo i corpi chetonici non può utilizzarli, l’acetoacetato ed il beta-idrossibu-

tirrato che escono infatti dal mitocondrio epatico per essere utilizzati da altri tessuti come il miocardio ed il muscolo scheletrico

che li utilizzano successivamente nella produzione di ATP. Quando, durante il digiuno, la concentrazione dei corpi chetonici

aumenta è possibile il loro passaggio attraverso la barriera emato-encefalica e l’utilizzo da parte del cervello..

505) B.

Le incretine sono ormoni prodotti a livello gastrointestinale, in modo particolare GLP-1, o Glucagon-like peptide 1, è

prodotta dalle cellule dell›ileo/colon, GIP o Glucose-dependent insulinotropic peptide, dalle cellule K del duodeno. Questi

ormoni sono secreti dopo i pasti ed entrano nella patogenesi del diabete in quanto hanno la funzione di controllare la glicemia

aumentando la secrezione di insulina da parte delle cellule beta del pancreas, diminuendo la secrezione di glucagone da parte

delle cellule alfa del pancreas e rallentando la motilità e dunque lo svuotamento gastrico. Tramite quest’ultimo meccanismo

riducono l’appetito rendendo più lenta la curva glicemica post-prandiale.

506) A.

Il glucagone è un ormone peptidico secreto dalle cellule

α

delle isole pancreatiche di Langerhans. Insieme al peptide

intestinale vasoattivo (VIP) e alle GLP-1 (Glucagon-like peptide 1) e GIP (Glucose-dependent insulinotropic peptide), permette

il controllo dei livelli di glucosio nel sangue, affinché rimangano entro certi limiti.

Di norma il glucagone viene secreto qualora il livello ematico di glucosio scenda sotto una soglia di circa 80-100 mg/dl, e la sua

azione è principalmente quella di regolare la glicolisi e la gluconeogenesi. Il glucagone è infatti in grado di attivare l’adenilato

ciclasi portando alla disattivazione della piruvato chinasi e della glicogeno sintetasi.

507) A.

Le lesioni verrucose perianali, definite anche condilomi acuminati, sono delle escrescenze della mucosa di color rosato

o brunastro, di aspetto irregolare e frastagliato e che generalmente si presentano a grappoli. Si tratta di una malattia dermato-

logica a trasmissione principalmente sessuale e con elevata contagiosità causata da alcuni sottotipi del Papillomavirus umano

(HPV) ed in modo particolare dai tipi 6 e 11 che, da soli sono responsabili di circa il 90% di infezioni. L’infezione si sviluppa a

seguito di contatto diretto cute-cute durante i rapporti sessuali con partner infetto, le particelle virali sono infatti in grado di

penetrare attraverso la pelle e le mucose tramite microscopiche abrasioni. L’infezione può rimanere silente per un periodo di

latenza variabile e poi dare segno di sé a distanza di mesi o addirittura anni.

508) C.

La levodopa, amminoacido intermedio nella via biosintetica della dopamina, è stata introdotta nella pratica clinica già

alla fine degli anni Sessanta ed è ancora oggi utilizzata per la terapia del morbo di Parkinson. Il farmaco agisce principalmente

trasformandosi nell’organismo in dopamina, nella malattia di Parkinson, infatti, avviene la perdita di neuroni dopaminergici a

livello della sostanza nera compatta del mesencefalo con conseguente squilibrio eccitatorio inibitorio e insorgenza dei disturbi

extrapiramidali tipici di chi è afflitto da tale patologia.

509) D.

La colecisti ha il compito di concentrare ed immagazzinare la bile prodotta dal fegato e necessaria per la digestione dei

grassi, contraendosi infatti rilascia la bile all’interno dell’intestino tramite il dotto biliare. Le patologie neoplastiche originano,

in genere, dalle cellule degli strati più interni dell’organo e si sviluppano all’interno della cavità. L’80% dei tumori della cistifel-

lea è rappresentato da adenocarcinomi di cui la variante più rappresentativa è costituita dal carcinoma non papillare con pro-

gnosi più favorevole della variante papillare. Esistono anche altre forme come l’adenocarcinoma mucinoso, il carcinoma squa-

moso, il carcinoma adenosquamoso, il carcinoma a piccole cellule e il colangiocarcinoma.

510) C.

Da un punto di vista anatomico la colecisti è costituita da un singolo strato muscolare ed è priva di uno stato sottomu-

coso per cui si trova in stretta continuità con il tessuto connettivo perilobulare epatico, questo rende molto importante la stadia-

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