

tamento, salvo evitare i fattori scatenanti. In presenza di sintomatologia dubbia per ipertiroidismo, si procede alla valutazione
della funzionalità tiroidea.
137) B.
Un difetto del setto interatriale (DIA) è una malformazione cardiaca congenita piuttosto comune che consiste in un’a-
pertura nel setto tra i due atri. Poiché la pressione sanguigna è assai maggiore nella parte sinistra del cuore rispetto a quella
destra, c’è un continuo flusso di sangue verso la metà destra attraverso questo foro. Molti bambini a cui viene diagnosticato un
DIA sono asintomatici e appaiono in buone condizioni di salute. Se il difetto è grande, tuttavia, la parte destra del cuore sarà
distesa, il ventricolo destro dovrà lavorare più del dovuto e i polmoni saranno sottoposti a sforzo eccessivo, con il risultato che
potranno comparire i seguenti sintomi: cardiaci (soffio al cuore, palpitazioni o battiti irregolari), polmonari (respiro corto e
rapido) e generici (capacità di sforzo fisico ridotta, stanchezza, sudorazione eccessiva). Sebbene il DIA sia una malformazione
congenita, e come tale presente dalla nascita, esso di solito viene scoperto successivamente, poichè i reperti ascoltatori cardiaci
sono poco appariscenti. I difetti del setto interatriale (DIA) sono tra le forme più frequenti di cardiopatia congenita riscontra-
bili in giovani sportivi. Possono essere sospettati in base alla presenza di un soffio sistolico eiettivo dolce, percepibile a livello del
secondo spazio intercostale sinistro, dovuto all’aumentato flusso attraverso la valvola polmonare, associato a sdoppiamento
ampio, fisso, del secondo tono. La conferma diagnostica e la valutazione dell’entità emodinamica del DIA può oggi essere effet-
tuata con attendibilità sulla base dell’ECG, dell’Rx Torace e, soprattutto, dell’ECO.
138) A.
Il DIA emodinamicamente non significativo è caratterizzato dalla “povertà” del quadro semeiologico, clinico e stru-
mentale, da normali dimensioni delle sezioni destre del cuore e normale movimento del setto interventricolare all’ECO. Il DIA
emodinamicamente significativo rende necessaria la correzione, che deve essere la più precoce possibile, chirurgica o, qualora
le dimensioni e la posizione del difetto lo consentano, mediante procedure di emodinamica interventistica (dispositivi occlu-
denti). Le forme emodinamicamente non significative possono praticare tutte le attività sportive, ad eccezione di quelle subac-
quee con autorespiratori (rischio di embolie paradosse). Sono, invece, consentite le attività subacquee in apnea. Nel caso sia
richiesta l’idoneità per attività subacquea con autorespiratori è necessario effettuare dopo la correzione un esame ECO transe-
sofageo con contrastografia o, in alternativa, un doppler transcranico con contrastografia, al fine di escludere con certezza uno
shunt residuo spontaneo e/o dopo manovra di Valsalva che rappresenta una controindicazione all’attività stessa.
139) A.
L’esame color doppler transcranico è una metodica non invasiva dotata di elevata sensibilità che permette di evidenzia-
re una comunicazione intracardiaca e/o artero-venosa polmonare. Per l’esecuzione del color doppler transcranico viene prepa-
rata e somministrata una soluzione “contrastata”, che non è un vero mezzo di contrasto ma semplicemente una miscela formata
da soluzione fisiologica (acqua sterile) e piccole quantità di aria e di sangue del paziente in esame. Il sangue ha lo scopo di av-
volgere la miscela contenente aria rendendola innocua, formando dei micromemboli artificiali. La miscela una volta sommini-
strata arriverà al cuore destro e, in presenza di un difetto interatriale, raggiungerà l’atrio sinistro e poi l’arteria cerebrale media.
Con una sonda a ultrasuoni posizionata sull’arteria cerebrale media verranno quindi registrati i microemboli il cui numero e i
tempi di presentazione e di registrazione offrono informazioni sulle dimensioni del difetto interatriale e sulla sua gravità. Que-
sta metodica, basata sugli ultrasuoni, consiste nella ricerca a livello cerebrale delle conseguenze della mancata chiusura del PFO
potendo quantificare a livello cerebrale l’entità dello shunt (passaggio di sangue tra gli atri), sia a riposo sia sotto sforzo (con la
manovra di Valsalva).
140) A.
In pazienti con DIA l’approccio con TEE migliora la diagnostica in particolare per la valutazione delle strutture poste-
riori in vista della correzione chirurgica. Essa detta le indicazioni alla “fattibilità”(diametro del difetto, misura dei rims settali,
ritorni venosi, anatomia atriale), guida l’operatore nel posizionamento della protesi a cavallo del difetto e nel successivo rilascio
della stessa, permette una immediata valutazione del risultato (“tenuta” del device dopo rilascio, shunt residuo). Dall’ottimale
utilizzo e dall’esatta interpretazione dei dati forniti dall’ecocardiografia transesofagea dipende in larga parte la riuscita della
procedura.
Medicina termale
141) A.
Con termoterapia (dal greco
θέρ
μ
η
“calore” e
θερα
π
εία
“cura”) si intende il ricorso al calore con finalità analgesiche o
lenitive. Il calore infatti induce vasodilatazione e neoangiogenesi a livello muscolare aumentando l’irrorazione e l’ossigenazione
tissutale, questo favorisce l’eliminazione delle citochine infiammatorie e il metabolismo energetico facilitando il rilassamento e
il recupero funzionale delle cellule muscolari. Il calore inoltre aumenta la fluidità del liquido sinoviale e l’elasticità del collage-
ne contribuendo a migliorare la mobilità e flessibilità delle articolazioni e agisce sulla modulazione nervosa tramite l’inibizione
dei nocicettori e l’aumento di endorfine che possiedono naturale attività analgesica.
Per questa ragione si può fare ricorso alla termoterapia nel trattamento dei dolori muscolari e articolari sia occasionali, come
traumi o episodi distorsivi, che cronici o reumatologici come, appunto l’artrite reumatoide.
142) B.
La termoterapia diminuisce il tono muscolare, aumenta il flusso sanguigno, provoca vasodilatazione, migliora la perfu-
sione circolatoria e accelera il metabolismo cellulare; il calore inoltre aumenta la fluidità del liquido sinoviale e l’elasticità del
collagene, tutto questo induce il rilassamento del tono muscolare e migliora la mobilità e flessibilità delle articolazioni.
Al contrario la crioterapia rallenta il metabolismo dei tessuti mediante vasocostrizione e risulta pertanto utile come trattamento
di primo soccorso in caso di traumi acuti e contusioni, in particolare in traumi a carico dei tendini e delle articolazioni.
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CAPITOLO
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Prove ufficiali SSM 2014
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