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Test di Logica e Cultura generale

1)

“Non v’è quasi altra differenza tra un

medico buono ed uno cattivo che questa:

il primo è innamorato della guarigione, il

secondo della malattia. Il cattivo medico

non desidera guarire radicalmente l’am-

malato; ma solo calmare i sintomi che lo

fanno soffrire. Così il cliente, grato del

sollievo, ritorna.” (Il ragionamento è – si

capisce – inconscio. O almeno ...).

Umberto Saba,

Scorciatoie e raccontini

, 44,

Mondadori, Milano, 1964

UNA sola, tra le seguenti affermazioni, È

RIGOROSAMENTE DEDOTTA dal testo

di Saba:

A. il medico cattivo agisce esclusivamen-

te per interesse

B. Il cliente sa raramente riconoscere il

medico capace di guarirlo

C. il disinteresse è essenziale al compor-

tamento di un buon medico

D. il medico buono non si preoccupa

della sofferenza ma solo della guari-

gione del cliente

E. il medico buono si preoccupa soprat-

tutto della guarigione del cliente

2) UNA sola delle seguenti affermazio-

ni È VERA:

A. Umberto Saba è nato a Gorizia come

Ettore Schmitz

B. Umberto Saba visse a Trieste e lì co-

nobbe il dottor Freud

C. Umberto Saba nei suoi viaggi conob-

be James Joyce e fu da lui apprezzato

D. Umberto Saba, che si chiamava in re-

altà Umberto Poli, nacque a Trieste

E. Umberto Saba a Trieste imparò l’in-

glese da Joyce insieme con Italo Svevo

3) 

Alcuni libri (...) ci accompagnano

per anni, per la vita, ed il perché ne è

chiaro, accessibile, facile ad esprimersi

in parole: fra questi, con reverenza ed

amore, oso citare

Gargantua e Pantagruel

,

opera colossale ma unica di Rabelais,

«mon maitre». È noto lo strano destino

del libro: nato dall’amor di vita e dagli

ozi colti di Rabelais, monaco, medico,

filologo, viaggiatore ed umanista, cresce

e prolifera con assoluta mancanza di pia-

no per quasi vent’anni e per più di mille

pagine, accumulando le invenzioni più

strabilianti in piena libertà fantastica,

per metà robusta buffonata epico-popo-

lare, per metà intriso della vigorosa e vi-

gile consapevolezza morale di un grande

spirito del Rinascimento. Ad ogni foglio

si incontrano, audacemente accostate,

scurrilità geniali, o ribalde, o melense,

ed insieme citazioni (autentiche e non,

quasi tutte fatte a memoria) da testi la-

tini, greci, arabi, ebraici; dignitose e so-

nanti esercitazioni oratorie; sottilità ari-

stoteliche da cui si diparte una risata da

gigante, altre sottoscritte ed avallate con

la buona fede dell’uomo di vita pura. (...)

...i due giganti non sono soltanto mon-

tagne di carne, assurdi bevitori e man-

giatori: insieme, e paradossalmente, essi

sono gli epigoni legittimi dei giganti che

mossero guerra a Giove, (...) e sono ad

un tempo principi illuminati e filosofi

gioiosi. Nel gran respiro e nel gran riso

di Pantagruele è racchiuso il sogno del

PROVA UFFICIALE

a.a. 2002/2003

Medicina