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Finalità e struttura dell’opera

Quante volte, nella nostra esperienza quotidiana di insegnanti, ci siamo sentiti dire,

e ci sentiremo ripetere: “Ma a che serve il greco?”. Domanda quanto più ricorrente e

preoccupante se proviene da uno studente poco interessato e motivato allo studio, o

da un allievo che, per i motivi più svariati, non riesce a raggiungere risultati di pro€tto

soddisfacenti.

Possiamo provare a spiegare agli studenti il signi€cato e l’utilità dello studio del greco, a

partire da esempi concreti legati alla loro esperienza di adolescenti di oggi che parlano

la lingua italiana.

Tanto per cominciare, possiamo far osservare che molti termini dell’italiano hanno la loro

derivazione etimologica proprio dalla lingua greca, motivo per il quale imparare il signi€ca-

to di molte parole greche può essere di aiuto per utilizzare l’italiano in modo più consape-

vole e corretto, diventando così più competenti nell’uso dei propri mezzi linguistici.

Soprattutto al primo biennio, però, quando lo studio della lingua si riduce spesso quasi

esclusivamente alla memorizzazione di un repertorio di regole e all’esercizio di applica-

zione delle stesse, studiare il greco rappresenta per gli studenti soltanto impegno e fati-

ca e, in molti casi, apprendimento noioso di contenuti e di metodi che appaiono privi

di alcuna utilità pratica. Non serve in questo caso ricorrere a giusti€cazioni

nobilitanti

dello studio del greco, come ad esempio “studiare la lingua greca (o quella latina) ti

serve ad allenare la mente, a esercitare le capacità logiche, a favorire la concentrazione,

a potenziare la memoria, a perfezionare le abilità di analisi e di sintesi”. Tutto questo

gli studenti lo sanno già, e seppure non comprendono sino in fondo il senso di simili

dichiarazioni, frasi come queste le sentono ripetere da anni, da genitori, familiari e in-

segnanti delle scuole precedentemente frequentate, che con siffatte motivazioni hanno

provato a orientarli alla scelta del liceo classico. Durante i primi due anni, segnati dalla

fatica di uno studio impegnativo e stancante, è più utile probabilmente rassicurarli che

quell’apprendimento non è sterile, né €ne a se stesso, ma rappresenta solo il presup-

posto, indispensabile peraltro, perché in seguito possano affrontare lo studio di una

civiltà, vale a dire confrontarsi con idee, pensieri, visioni del mondo. E perché questo

mondo non rimanga solo un lontano miraggio, si può iniziare a fornire loro già qualche

assaggio, accompagnando lo studio, prevalentemente linguistico, con lo svolgimento di

brevi e semplici percorsi tematici su aspetti della vita e della cultura greca.

Passati al secondo biennio, €nalmente si confronteranno con gli autori. Comprenderanno

che la conoscenza del nostro passato è il fondamento della nostra identità di uomini e don-

ne di oggi. Possiamo capire il presente solo conoscendo ciò che è accaduto prima.

Ri#ettere su temi corposi e complessi, come quello della nascita della democrazia,

dell’istituzione delle leggi, del rapporto tra uomo e divinità, delle relazioni tra universo

maschile e universo femminile, servirà a capire questioni e problemi del mondo con-

temporaneo. D’altra parte, ragionare su altri argomenti, come l’accezione ristretta del

concetto stesso di democrazia greca, la schiavitù, la misoginia nel mondo greco, signi-