Grammatica latina - page 24

La lettura del latino
La tradizionale pronuncia del latino, fin qui esaminata, è definita
“scolastica” o “ecclesiastica”, perché venne utilizzata dalla Chiesa a par-
tire dal III-IV secolo d.C. Oggi, in ambienti scientifici, si usa la pro-
nuncia detta appunto “scientifica” o “restituta” (restituita) che si avvici-
nerebbe molto di più a quella del periodo classico. Questa lettura pone
particolare attenzione alle molte sfumature oggi perse (come la lun-
ghezza delle vocali e l’aspirazione della
h
); in particolare:
i dittonghi
ae
e
oe
vengono letti così come sono scritti (cioè, con
distinzione di entrambe le vocali):
laetitia
(= letizia; si pronuncia “lae-
titia”),
umbrae
(= le ombre; si pronuncia “umbrae”),
proelium
(= com-
battimento; si pronuncia “proelium”);
c
e
g
hanno suono gutturale:
caecus
(= cieco; si pronuncia “kaecus”),
cinis
(= cenere; si pronuncia “kinis”),
gesto
(= conduco; si pronuncia
“ghesto”);
il gruppo
ti
è letto sempre così come è scritto:
maestitia
(= tristezza; si
pronuncia “maestitia”),
factio
(= fazione; si pronuncia “factio”);
la
y
si pronuncia come la
ü
francese:
lyra
(= lira; si pronuncia “lüra”),
symbolum
(= simbolo; si pronuncia “sümbolum”);
la
u
e la
v
sono pronunciate entrambe
u
:
venit
(= giunse; si pronuncia
“uenit”),
vetus
(= anziano; si pronuncia “uetus”),
niveus
(= nevoso; si
pronuncia “niueus”).
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I suoni e le lettere
1...,14,15,16,17,18,19,20,21,22,23 25,26
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