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12

Parte Seconda

Prova d’esame

www.

edises

.it

role derivate formate con prefissi appartengono alla stessa parte del discorso della parola

primitiva da cui derivano:

sperare = verbo

di

sperare = verbo

(

di

è il prefisso negativo);

onesto = aggettivo

dis

onesto = aggettivo (

dis

è il prefisso negativo);

fiducia = nome

s

fiducia = nome

(

s

è il prefisso negativo);

Quindi, le parole formate solo da radice e desinenza si dicono

primitive

, quelle contenenti

suffissi e prefissi si dicono

derivate

.

Vi sono, poi, i

suffissi alterativi

che si aggiungono alla radice della parola primitiva per for-

mare altre parole: parole alterate (alterazione); in questo caso il significato iniziale della pa-

rola non viene totalmente modificato, ma viene alterato; essi sono: diminutivi, accrescitivi,

vezzeggiativi, dispregiativi:

– tra i

diminutivi

vi sono le parole che finiscono in: ino, etto, ello, icciolo (gattino; libretto);

– tra gli

accrescitivi

vi sono le parole che finiscono in: one, acchione (quadernone; mattacchione);

– tra i

vezzeggiativi

vi sono le parole che finiscono in: uccio, uzzo, icciolo, olino, icino (ca-

valluccio; porticciolo);

– tra i

dispregiativi

vi sono le parole che finiscono in: accio, astro (ragazzaccio; verdastro).

Prima di addentrarci nello studio della grammatica è opportuno conoscere il significato di al-

cune parole e chiarire alcuni concetti.

Vi sono nella lingua italiana:

– parole che si scrivono nello stesso modo, ma si pronunciano in modo differente: gli

omo-

grafi

,

àncora (dei marinai), ancóra (avverbio); ha significato diverso dire, infatti, il mari-

naio getta l’àncora e dire il mio amico non è ancora arrivato;

– altre che si scrivono e pronunciano nello stesso modo, ma hanno significato differente: gli

omofoni

,

tasso inteso come animale e tasso d’interesse;

in montagna ho visto un grazioso tasso; ho comprato una macchina a rate e ho pa-

gato degli interessi ad un tasso del 4%;

in entrambi i casi si tratta comunque di parole omonime cioè che hanno la stessa for-

ma ortografica e fonologica ma con significati diversi.

Esistono, poi, i

sinonimi

, cioè parole che hanno significato simile, ma che sono scritte in modo

del tutto diverso:

grazioso e carino, simpatico e divertente ecc.

Gli

antonimi

o

contrari

sono invece coppie di parole che hanno significato opposto:

bello-brutto, alto-basso.

L’insieme delle parole di una lingua costituisce il

lessico

, il

vocabolario

invece è il comples-

so delle parole realmente usate in un preciso contesto, da una data persona o che ricorrono in

un dato testo.