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Finalità e struttura dell’opera

L’insegnamento delle scienze economico-aziendali, in linea con le determinazioni euro-

pee e la riforma della scuola secondaria superiore, è volto a far conseguire alle nuove

generazioni la “capitalizzazione” delle competenze, compito delicato e difficile, ma tutta-

via necessario e che richiede impegno e professionalità. L’importanza della competenza

emerge dalla necessità di dare risposte concrete alle istanze formative provenienti dal

mondo del lavoro e delle professioni che richiedono figure professionali innovative e for-

me di sapere dinamiche e in continuo aggiornamento. In ragione di ciò, per competere

nell’economia dell’informazione e della conoscenza, è necessario pensare all’educazio-

ne dei soggetti in formazione con i riferimenti concreti alla realtà nella quale dovranno

inserirsi, considerato che i Rapporti Ocse ogni anno confermano che i giovani italiani

incontrano il lavoro in età troppo avanzata rispetto ai loro coetanei di altri Paesi, e per di

più, con conoscenze poco spendibili anche per l’assenza di un vero contatto con il mondo

del lavoro, in ragione del noto pregiudizio che vuole che chi studia non lavori e che chi

lavora non studi.

Questo bisogno di investire di realtà la scuola si concretizza sia attraverso esperienze di stu-

dio che gli studenti svolgono in contesti reali, come stage, tirocini e alternanza fra scuola e

lavoro, sia nella gestione dei processi educativi, che richiedono una innovazione didattica

e metodologica supportata dalle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione,

utili a personalizzare il percorso di apprendimento dello studente e a rendere la lezione

più coinvolgente e divertente. Nel suo processo d’insegnamento il docente di scienze eco-

nomico-aziendali, quindi, deve farsi promotore di questa “rivoluzione culturale”, poiché

è chiamato a costruire, attraverso una pedagogia fondata sui progetti, sia le competenze

disciplinari, interdisciplinari e multidisciplinari – sviluppate anche in una dimensione in-

terculturale ai fini della mobilità di studio e di lavoro – sia quelle a carattere non cognitivo

come la creatività, il pensiero critico, il

problem solving

e la capacità di lavorare in gruppo,

che risultano essere fondamentali per lo sviluppo economico e il buon funzionamento

della società. Giova ricordare che non possono mancare al docente in esame, oltre alla

competenza metodologico-didattica, anche quella pedagogica ed epistemologica-discipli-

nare, nonché i contributi provenienti dalla ricerca psicologica, utili a impostare la pro-

gettazione formativa dello studente debitamente indagato nella sua domanda formativa

e supportato con offerte calibrate e funzionali al suo peculiare processo di sviluppo. Tut-

to questo comporta una riflessione sistematica sul proprio operato di educatore che gli

consentirà, diagnosticando se stesso, di migliorare e formare meglio l’alunno. Nel suo

insegnamento, egli deve avvalersi anche della conoscenza delle determinazioni europee

emanate a partire dal 2009 ad oggi, dei DD.PP.RR. n. 87, n. 88 e n. 89/2010, del D.Lgs.

61/2017 e delle rispettive Linee Guida; potrà applicare così in chiave progettuale il nesso

di sussidiarietà verticale tra i principi europei e le norme generali (ordinamenti) emanate

dal legislatore italiano, per realizzare, nel rispetto della personalizzazione dell’offerta for-

mativa, gli obiettivi generali del processo formativo fissati dagli ordinamenti.