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STUDIO
CULTURA GENERALE
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• la
Confederazione svizzera
fu proclamata Stato indipendente con neutralità per-
petua;
• l’
Italia
, che il cancelliere austriaco Metternich era solito definire una semplice “en-
tità geografica”, ritornò divisa, ma con evidente violazione del principio di legitti-
mità per il fatto che non fu ripristinata l’indipendenza della Repubblica di Venezia,
anzi, il
Veneto
e la
Lombardia
passarono sotto la sovranità dell’Impero d’Austria.
Gli Stati indipendenti della Penisola, ma pur sempre sotto l’influenza politica asbur-
gica, erano:
• il
Regno di Sardegna
, sotto la sovranità di Vittorio Emanuele I di Savoia, al quale
furono restituite Nizza e la Savoia e in più furono assegnati anche i territori che
erano stati della Repubblica di Genova;
• il
Ducato di Parma
,
Piacenza e Guastalla
, dato come vitalizio a Maria Luisa d’Asbur-
go, la moglie di Napoleone, per essere alla sua morte restituito ai Borbone-Parma,
nel frattempo titolari del Ducato di Lucca;
• il
Ducato di Modena
e Reggio
, sotto Francesco IV d’Asburgo d’Este;
• il
Granducato di Toscana
, sotto la sovranità degli Asburgo-Lorena, incluso il ter-
ritorio di Lucca una volta che i Borbone-Parma fossero ritornati nel loro Ducato;
• lo
Stato Pontificio
, dove ritornò il papa Pio VII;
• il
Regno delle Due Sicilie
, sotto la sovranità dei Borbone di Napoli.
L’assetto politico dato all’Europa dai congressisti di Vienna restò pressoché inaltera-
to per alcuni decenni, dimostrando che un
sostanziale equilibrio tra i maggiori Stati
del Vecchio Continente effettivamente fu realizzato, sebbene al prezzo di
calpestare
il diritto di nazionalità
: a molti popoli non fu riconosciuto il diritto all’indipendenza
e un grande impero plurinazionale, qual era quello asburgico, continuava ad oppri-
mere tante nazionalità nel cuore stesso dell’Europa. Tuttavia va riconosciuto al Con-
gresso di Vienna il merito di aver riportato la pace in Europa, e in modo duraturo,
dopo tanti anni di guerre.
Con la parola
Restaurazione
s’intende il ripristino delle tradizionali dinastie regnanti,
rovesciate durante il periodo rivoluzionario napoleonico e reintegrate nella loro so-
vranità dal Congresso di Vienna, le quali, una volta ritornate al potere, promossero
una politica apertamente reazionaria, cancellando ogni traccia dei precedenti regi-
mi napoleonici, abrogando le Carte costituzionali, liquidando le istituzioni politiche
nate in quel periodo e colpendo duramente ogni forma di dissenso. I sovrani della
Restaurazione, accantonando anche ogni riformismo laico quale si era manifestato
nel ‘700 (il cosiddetto “dispotismo illuminato”), fondarono il loro assolutismo d’in-
tesa
con la Chiesa
(alleanza trono-altare). A garantire il mantenimento dell’ordine
della Restaurazione provvide la
Santa Alleanza
, costituita nel 1815 su iniziativa dello
zar Alessandro I, da
Russia, Austria e Prussia
ed alla quale poi aderirono altri Stati
minori, che si curò d’intervenire militarmente all’interno di ogni Paese che fosse mi-
nacciato da moti rivoluzionari. La Restaurazione, pur riportando indietro le lancette
della storia per quanto concerne la politica, sul piano economico non poté tuttavia
impedire che il capitalismo, che durante il periodo napoleonico aveva ricevuto un
grande impulso, si consolidasse e penetrasse anche nell’agricoltura.