Attacchi ischemici transitori (TIA)
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essere sottoposto ad accertamenti ambulatoriali rapidi senza la necessità di
ricovero ospedaliero. Una recente rivisitazione di tale punteggio prognostico
ha prodotto e validato l’
ABCD2 score
(Tabella 3.2), con maggiore predittività
del rischio di ictus dopo TIA in fase precocissima (nelle 24 ore successive).
Tale modello riprende i punti ABCD con l’aggiunta della presenza di diabe-
te mellito in anamnesi.
Trattamento
Le indicazioni alla terapia di prevenzione secondaria del TIA sono le stesse
dell’ictus ischemico. È molto importante la riduzione del rischio, includen-
do abolizione del fumo, trattamento dell’ipertensione, del diabete e della
dislipidemia e cambiamento dello stile di vita con l’introduzione di un’ali-
mentazione appropriata e di attività "sica.
La terapia farmacologica si basa soprattutto sull’uso di antiaggreganti
piastrinici, da iniziare subito, mentre si eseguono gli accertamenti diagno-
stici. Nel caso sia evidente una causa cardioembolica, vi è indicazione alla
terapia anticoagulante a lungo termine. Nel caso di riscontro di una stenosi
carotidea, vi è indicazione alla chirurgia tradizionale oppure endovascolare.
Disfuzioni cerebrali focali
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Emicrania
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Epilessia
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Tumori
Lesioni cerebrali strutturali
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Ematoma sottodurale cronico
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Malformazione vascolare
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Ipoglicemia
Altre cause non vascolari
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Malattia di Ménière
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Sclerosi multipla
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Isteria
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Arterite a cellule giganti
Nei pazienti con sintomi transitori
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Ipertensione maligna
monoculari
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Glaucoma
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Papilledema
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Altre patologie orbitarie o retiniche non vascolari
TABELLA 3.1
Condizioni cliniche che possono simulare un TIA o un ictus