

VI
Prefazione
sione dei saperi e dei modelli di educazione e insegnamento che
porti allo sviluppo di un pensiero complesso, l’unico in grado di
affrontare problemi che richiedono approcci multidisciplinari.
Questo è quanto spiega il filosofo e sociologo francese Edgar Mo-
rin nel libro intitolato, appunto,
La testa ben fatta
(il cui sottotitolo,
Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero
, risulta emblematico
e più che mai attuale a questo riguardo). La testa “ben piena” è
quella in cui “
il sapere è accumulato e non dispone di un principio di
selezione e di organizzazione che gli dia senso
”, mentre nella testa “ben
fatta” vi è “
un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi, princi-
pi organizzatori che permettono di collegare i saperi e di dare loro senso
”.
Dunque, la testa “ben fatta” è in grado di superare la separazione
tra le culture e rispondere alle sfide della complessità della vita in
ogni suo aspetto.
Che gli alunni non siano contenitori da riempire con nozioni tan-
to più numerose quanto più slegate tra di loro, lo si percepiva da
tempo: già le
Indicazioni Nazionali
del 2007 hanno imboccato una
strada che rappresenta nel nostro paese il primo tentativo di im-
postare una programmazione didattica basata su un profilo finale
di competenza, caratterizzato, cioè, dai traguardi da raggiungere.
Una scuola intesa, dunque, come contesto nel quale porre le basi
di un percorso formativo in grado di fornire gli strumenti neces-
sari per un apprendimento che durerà per tutto l’arco della vita.
E in questa direzione le
Indicazioni Nazionali
2012 proseguono e
consolidano la scelta di una didattica finalizzata all’acquisizione
di competenze e abilità. Con tale obiettivo si rafforzano continu-
ità e unitarietà del percorso curricolare tra scuola dell’infanzia,
scuola primaria e scuola secondaria di primo grado in rapporto
all’unità della persona e alla processualità degli apprendimenti,
nella consapevolezza che abilità e competenze non sono come le
nozioni, la cui acquisizione può essere espressa in termini di tempi
definiti, ma “qualità” che maturano, si affinano, si perfezionano
se adeguatamente stimolate nel corso del tempo. La visione della
didattica voluta dalle
Indicazioni Nazionali
, in base alla quale i do-
centi dovranno d’ora in avanti modellare la propria attività, è ap-
punto centrata sulle competenze, o meglio, su traguardi orientati
a competenze. In rapporto a ciò e tenendo conto dei risultati of-
ferti dalla ricerca in materia di modelli di apprendimento, l’azione
pedagogica e didattica viene concepita in modo nuovo, rispettoso
delle conoscenze in materia di ambiente di apprendimento, inteso