

Questionario 1
Cardiologia – Soluzioni e commenti
135
Soluzioni e commeNTi
1) A.
La valvola semilunare aortica o valvola aortica mette in comunicazione il ventricolo si-
nistro con il primo tratto dell’aorta (ascendente). Questa valvola è detta semilunare in quanto è
costituita da tre lembi o cuspidi di forma semilunare. Essa non impedisce in alcun modo il transi-
to del sangue dalla cavità ventricolare al lume endoarterioso, ma impedisce in modo completo il
transito nella direzione opposta.
2) B.
I difetti interventricolari sono caratterizzati dalla incompleta chiusura del setto interven-
tricolare, che fisiologicamente impedisce la comunicazione tra i due ventricoli. Possono localiz-
zarsi in tre punti: al di sotto delle valvole polmonare ed aortica; nella porzione membranosa del
setto; nella porzione muscolare.
3) A.
L’insufficienza aortica è caratterizzata dal manifestarsi di un reflusso di sangue dall’aor-
ta nel ventricolo sinistro in diastole. L’insufficienza è causata da un’anomalia della valvola aortica
che perde la sua capacità di impedire il flusso di sangue dal lume endoarterioso al ventricolo.
4) A.
ACLS è l’acronimo di
Advanced Cardiovascular Life Support
, cioè “supporto avanzato
di rianimazione cardiovascolare” e comprende una serie di procedure mediche e sanitarie adot-
tate da personale specializzato nel momento in cui una persona si trovi in condizioni di arresto o
periarresto cardiaco.
5) A.
La fibrillazione ventricolare è una tachiaritmia (aritmie ipercinetiche) definita anche aritmia ad
attività elettrica totalmente desincronizzata. Essa è caratterizzata da una condizione di attività elet-
trica e meccanica del cuore caotica e disorganizzata, che determina contrazioni ventricolari di elevata
frequenza, irregolari e scoordinate. Rappresenta una frequente causa di morte nei pazienti con infarto
acuto del miocardio, infatti essa, una volta verificatasi, non tende a cessare e, quindi, il suo esito abi-
tuale è la morte del paziente. Unica terapia possibile è la cardioversione elettrica (defibrillazione).
6) D.
Per flutter atriale s’intende una contrazione dell’atrio molto rapida ed organizzata, in cui
la frequenza può arrivare a 250-300 battiti al minuto. Come intervento specifico si attua la car-
dioversione sincronica con corrente a bassa energia, la farmacologia aiuta con somministrazione
di betabloccanti e calcio-antagonisti per rallentare l’alta frequenza.
7) E.
È un marcatore assolutamente cardiospecifico e molto sensibile anche per danni miocar-
dici minimi, a causa della sua alta specificità per il tessuto cardiaco. Esiste in tre isoforme (I, T, C ),
ma la T è la più selettiva per danno del miocardio. Essa inizia ad aumentare nel siero 2-8 ore dopo
il danno miocardico, con un picco massimo alla diciottesima ora di inizio del dolore, per rimanere
elevata fino a 14 giorni.
8) D.
Lo shock cardiogeno è una condizione in cui il flusso ematico ai tessuti periferici è inade-
guato per il mantenimento delle funzioni vitali, a seguito di un’insufficiente gittata cardiaca o di
una non idonea distribuzione del flusso periferico. Le principali cause di shock cardiogeno pos-
sono essere schematicamente suddivise in tre categorie: disfunzione miocardica (infarto miocar-
dico acuto); inadeguato riempimento diastolico (tachiaritmie, tamponamento cardiaco); portata
cardiaca inadeguata (insufficienza valvolare acuta). In circa il 75% dei casi l’infarto miocardico
rappresenta la causa di shock cardiogeno.
9) C.
I difetti interatriali sono caratterizzati dall’incompleta chiusura del setto interatriale, che
fisiologicamente impedisce la comunicazione tra i due atri. Il difetto può essere di tipo:
ostium
secundum
(localizzato nella parte alta del setto);
ostium primum
(localizzato nella parte centrale);
seno venoso (in prossimità dello sbocco della vena cava superiore); atrio comune (formazione di
una camera unica atriale, forma estremamente rara).