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Questionario 1

 Cardiologia – Soluzioni e commenti

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Soluzioni e commeNTi

1) A.

 La valvola semilunare aortica o valvola aortica mette in comunicazione il ventricolo si-

nistro con il primo tratto dell’aorta (ascendente). Questa valvola è detta semilunare in quanto è

costituita da tre lembi o cuspidi di forma semilunare. Essa non impedisce in alcun modo il transi-

to del sangue dalla cavità ventricolare al lume endoarterioso, ma impedisce in modo completo il

transito nella direzione opposta.

2) B.

 I difetti interventricolari sono caratterizzati dalla incompleta chiusura del setto interven-

tricolare, che fisiologicamente impedisce la comunicazione tra i due ventricoli. Possono localiz-

zarsi in tre punti: al di sotto delle valvole polmonare ed aortica; nella porzione membranosa del

setto; nella porzione muscolare.

3) A.

 L’insufficienza aortica è caratterizzata dal manifestarsi di un reflusso di sangue dall’aor-

ta nel ventricolo sinistro in diastole. L’insufficienza è causata da un’anomalia della valvola aortica

che perde la sua capacità di impedire il flusso di sangue dal lume endoarterioso al ventricolo.

4) A.

 ACLS è l’acronimo di

Advanced Cardiovascular Life Support

, cioè “supporto avanzato

di rianimazione cardiovascolare” e comprende una serie di procedure mediche e sanitarie adot-

tate da personale specializzato nel momento in cui una persona si trovi in condizioni di arresto o

periarresto cardiaco.

5) A.

 La fibrillazione ventricolare è una tachiaritmia (aritmie ipercinetiche) definita anche aritmia ad

attività elettrica totalmente desincronizzata. Essa è caratterizzata da una condizione di attività elet-

trica e meccanica del cuore caotica e disorganizzata, che determina contrazioni ventricolari di elevata

frequenza, irregolari e scoordinate. Rappresenta una frequente causa di morte nei pazienti con infarto

acuto del miocardio, infatti essa, una volta verificatasi, non tende a cessare e, quindi, il suo esito abi-

tuale è la morte del paziente. Unica terapia possibile è la cardioversione elettrica (defibrillazione).

6) D.

 Per flutter atriale s’intende una contrazione dell’atrio molto rapida ed organizzata, in cui

la frequenza può arrivare a 250-300 battiti al minuto. Come intervento specifico si attua la car-

dioversione sincronica con corrente a bassa energia, la farmacologia aiuta con somministrazione

di betabloccanti e calcio-antagonisti per rallentare l’alta frequenza.

7) E.

 È un marcatore assolutamente cardiospecifico e molto sensibile anche per danni miocar-

dici minimi, a causa della sua alta specificità per il tessuto cardiaco. Esiste in tre isoforme (I, T, C ),

ma la T è la più selettiva per danno del miocardio. Essa inizia ad aumentare nel siero 2-8 ore dopo

il danno miocardico, con un picco massimo alla diciottesima ora di inizio del dolore, per rimanere

elevata fino a 14 giorni.

8) D.

 Lo shock cardiogeno è una condizione in cui il flusso ematico ai tessuti periferici è inade-

guato per il mantenimento delle funzioni vitali, a seguito di un’insufficiente gittata cardiaca o di

una non idonea distribuzione del flusso periferico. Le principali cause di shock cardiogeno pos-

sono essere schematicamente suddivise in tre categorie: disfunzione miocardica (infarto miocar-

dico acuto); inadeguato riempimento diastolico (tachiaritmie, tamponamento cardiaco); portata

cardiaca inadeguata (insufficienza valvolare acuta). In circa il 75% dei casi l’infarto miocardico

rappresenta la causa di shock cardiogeno.

9) C.

 I difetti interatriali sono caratterizzati dall’incompleta chiusura del setto interatriale, che

fisiologicamente impedisce la comunicazione tra i due atri. Il difetto può essere di tipo:

ostium

secundum

(localizzato nella parte alta del setto);

ostium primum

(localizzato nella parte centrale);

seno venoso (in prossimità dello sbocco della vena cava superiore); atrio comune (formazione di

una camera unica atriale, forma estremamente rara).