Finalità e struttura dell’opera
La scuola italiana ha compiuto grandi progressi negli ultimi decenni e sta
ancora facendo molti sforzi per adeguarsi alle indicazioni europee nel campo
dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue. L’internazionalizzazione
e lo sviluppo della dimensione europea non sono, tuttavia, obiettivi facilmente
raggiungibili, poiché mirano ad ottenere il più alto grado di uniformità
partendo da sistemi scolastici molto diversi fra di loro e radicati in un tessuto
culturale eterogeneo. Né sarebbe sufficiente, qualora fosse possibile, cancellare
le prassi obsolete per adottare quelle degli altri Paesi europei, in quanto non si
possono sradicare le tradizioni culturali specifiche del proprio Paese.
Rivolto ai candidati al
concorso a cattedra
nella
scuola primaria
che devono
sostenere le prove di lingua inglese, questo manuale, ricco di spunti operativi
per una didattica operativa e partecipata, vuole essere un mezzo per conoscere
i bisogni del discente della società del terzo millennio, che deve assiduamente
confrontarsi con parlanti di altre culture, e per una riflessione sulle attuali
esigenze comunicative in un mondo globalizzato.
Il
primo capitolo
è dedicato alla riflessione sui concetti di
plurilinguismo
e
pluriculturalismo
,
sulle proposte europee nell’ultimo decennio e sulle strategie
fortemente auspicate nel nostro continente e recepite, almeno formalmente,
da tutti gli Stati. Pur essendo consapevoli della diffusione del
Quadro Comune
Europeo di Riferimento per le lingue
, si é scelto di dedicare molta attenzione a
questo strumento, affinché tutti i docenti o aspiranti tali possano conoscere le
variegate opportunità che esso offre sia all’insegnante, sia all’allievo, affinché
ognuno lo recepisca secondo le proprie esigenze formative. Soprattutto si
vuole evidenziare come la sua duttilità e flessibilità siano le caratteristiche che
lo rendono un mezzo di lavoro estremamente utile “per tutti”, anche operando
a livello base. La sua autorevolezza infatti non deriva dall’essere prescrittivo, ma
al contrario dal presentarsi come un contenitore in cui nulla è stato dimenticato
o lasciato al caso.
Il testo procede poi con la disamina del
Portfolio
e del
Passaporto delle lingue
.
Tali documenti tendono ad uniformare su tutto il continente gli aspetti
relativi alla trasferibilità delle competenze e alla trasparenza della valutazione,
andando ad incidere, nel contempo, sia sulla professionalità del docente, sia
sul monitoraggio della progressione dell’apprendimento dei discenti.
A seguire tale trattazione, che aiuta a capire in quale direzione si stia muovendo
l’Europa, nel
secondo capitolo
si è indagata la realtà della scuola italiana del
primo ciclo, in cui le recenti riforme stanno mettendo in pratica la dimensione
europea. Dopo una panoramica sull’insegnamento delle lingue straniere nella
scuola primaria, in un’ottica diacronica e verticale, si è proceduto con un’analisi
sia della figura del docente sia degli obiettivi specifici di apprendimento relativi
alle lingue straniere, anche in considerazione delle nuove
Indicazioni Nazionali
.