TFA Abilitazione all'insegnamento - T4 Inglese - page 18

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Parte Seconda
L’universo culturale e la lingua straniera
mutazioni dovute al continuo plasmarsi e trasformarsi di tradizioni culturali
nel corso della storia, rimane qualcosa di profondamente radicato, che resiste
all’appiattimento e alla “normalizzazione”: sono i valori fondanti di una civiltà.
Vale la pena di focalizzarsi sui modelli e sugli ideali identificativi di una po-
polazione, perché è attraverso la riflessione, l’analisi e il confronto fra diversi
aspetti valoriali che essi arricchiscono la propria visione del mondo, che edu-
cano al riconoscimento e al rispetto della propria e dell’altrui identità. Sono
queste premesse essenziali per una convivenza pacifica e civile nella speranza
di collaborare alla formazione di un mondo migliore e in particolare, poiché
ci rivolgiamo a docenti, alla formazione del cittadino europeo e all’educazione
alla cittadinanza nazionale ed europea
1
.
La crescente mobilità delle persone, favorita dai mezzi di comunicazione rapidi
e relativamente a basso costo, quindi accessibili ad una larga fascia di utenti, ha
avvicinato i popoli e migliorato gli scambi interpersonali, ma solo a un livello
superficiale e limitato alle normali relazioni del quotidiano. Per relazionarsi
con parlanti portatori di una diversa cultura non basta conoscere e saper par-
lare la lingua per soddisfare i propri bisogni primari.
La cultura si trasmette con
vari linguaggi e l’espressione verbale è una delle principali
. Non esiste una sola lingua
adatta ad affrontare tutte le situazioni e per relazionarsi con tutte le tipologie di
interlocutore. Per questo non ci si può addentrare nei meandri di una civiltà se
non si sa creare un legame di interdipendenza fra civiltà e lingua che va curato
gradualmente ma costantemente nel rispetto del livello e della preparazione
dell’apprendente.
1.1.1
La civiltà e il suo insegnamento nel sistema scolastico italiano
La scuola italiana si è sempre preoccupata dell’apprendimento della civiltà. Fin
dalle riforme degli anni Settanta il richiamo a dedicare parte del monte ore alla
presentazione degli aspetti della civiltà del Paese di cui si studia la lingua è stato
esplicitato nei programmi ministeriali e lo ritroviamo anche nelle più recenti
linee guida della riforma dei cicli scolastici.
Pur essendo la civiltà inserita nei curricula della scuola secondaria di primo e
secondo grado non sono mai state fornite indicazioni dettagliate a riguardo
né a livello didattico né a quello metodologico e contenutistico. Tutti coloro
che operano nell’ambito dell’insegnamento conoscono i testi di “civiltà”, fatti
acquistare all’inizio di ogni ciclo, di fatto sotto-utilizzati e in genere utilizzati
solo per l’acquisizione mnemonica di alcune nozioni in vista degli esami finali
di licenza media o del diploma di scuola media superiore. In generale, veniva
– e ancora oggi a volte accade – dedicata un’ora settimanale del già risicato
monte ore di lingua straniera, per integrare il normale programma di lingua.
Il programma comprendeva nozioni storico-geografiche oppure conoscenze
delle principali istituzioni politiche del paese alternate alla presentazione di
1
Cfr.
D.Lgs. n. 59 del 19 febbraio 2004 e D.M. 31 luglio 2007 (Ministro Fioroni).
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